- Spesso, per ritornare alla mia casa
- prendo un’oscura via di città vecchia.
- Giallo in qualche pozzanghera si specchia
- qualche fanale, e affollata è la strada.
- Qui tra la gente che viene che va
- dall’osteria alla casa o al lupanare,
- dove son merci ed uomini il detrito
- di un gran porto di mare,
- io ritrovo, passando, l’infinito
- nell’umiltà.
- Qui prostituta e marinaio, il vecchio
- che bestemmia, la femmina che bega,
- il dragone che siede alla bottega
- del friggitore,
- la tumultuante giovane impazzita
- d’amore,
- sono tutte creature della vita
- e del dolore;
- s’agita in esse, come in me, il Signore.
- Qui degli umili sento in compagnia
- il mio pensiero farsi
- più puro dove più turpe è la via.
- UMBERTO SABA
Città vecchia
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