arrendevolMENTE

Smette gramaglie e veste ambrosia
il palpito che tenta la battuta
codificata a pentagrammi.
Come l’ortica nata nelle crepe
– colore di lucertola – affamata
di terra e pioggia.
Ho in viso il marchio della luna
calante
in corpo intolleranze elementali
graffiti sulla scorza dei minuti
e mi si chiede l’ora
È un quadrante che liquefa ricordi
su nude cifre d’albero
dove preparo il nido al suo respiro
senza sapere mai se se ne accorge
dei miei silenzi fatti di parole
mi cerca non so come
tantomeno perché
ma se mi giunge un grido
– agli altri sembrerebbe un pigolare –
dall’anima sua stanca
non so dire di no
perché più del mio piangere nascosto
temo la sua mancanza.

Cristina Bove