Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,
e ‘l vago lume oltre misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi;
e ‘l viso di pietosi color farsi
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi?
Non era l’andar suo cosa mortale,
ma d’angelica forma; e le parole
sonavan altro, che pur voce humana.
Uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i’ vidi: et se non fosse or tale,
piagha per allentar d’arco non sana.
FRANCESCO PETRARCA
Caro Massimo il mio più sentito grazie..respiro oggi un’aria nova, un’aria antica dal profumo lieve ed il pensier va ad una mia cara Insegnante di Liceo: Prof.ssa Laura P.
con stima
cordiali saluti
ggc
Bello trovare di questi versi che conducono a fare un tuffo nel tempo bello… grazie Massimo!
Giuseppe
Grazie Max anche io torno ai tempi del liceo! Piera