Cupido, monello testardo

CUPIDO, LOSER, EIGENWILLIGER KNABE

Cupido, loser, eigenwilliger Knabe!

Du batst mich um Quartier auf einige Stunden.

Wie viele Tag’ und Nächte bist du geblieben!

Und bist nun herrisch und Meister im Hause geworden!

Von meinem breiten Lager bin ich vertrieben;

Nun sitz ich an der Erde, Nächte gequälet;

Dein Mutwill schüret Flamm auf Flamme des Herdes,

Verbrennet den Vorrat des Winters

und senget mich Armen.

Du hast mir mein Geräte verstellt und verschoben;

Ich such und bin wie blind und irre geworden.

Du lärmst so ungeschickt; ich fürchte das Seelchen

Entflieht, um dir zu entfliehn, und räumet die Hütte.

§

Cupido, monello testardo!
M’hai chiesto un riparo per poche ore,
e quanti giorni e notti sei rimasto!
Adesso il padrone in casa mia sei tu!

Sono scacciato dal mio ampio letto;
sto per terra, e di notte mi tormento;
il tuo capriccio attizza fiamma su fiamma nel fuoco,
brucia le scorte d’inverno
e arde me misero.

Hai spostato e scompigliato gli oggetti miei,
io cerco, e sono come cieco e smarrito.
Strepiti senza ritegno, e io temo che l’anima
fugga via per sfuggire te, e abbandoni questa capanna.

JOHANN WOLFGANG VON GOETHE

L’armadio

nelle scansie degli intenti
falliti
capi stanchi sulle grucce
appesi
ciondoloni o coi risvolti lisi
piangono rosari
e cristi mai risorti

lacrime e bestemmie -misura unica –
mi stringono la vita
e mia madre un nuovo santo
da pregare.

Io non ho santi né padroni
e ho smesso di contare i giorni
osservo le Tineidi sbrindellare stoffe
di cheratina ingorde
e allora faccio scorte di pensieri buoni
chè la fame non abbia
il brontolio di pancia a pezzi.

Beatrice Zanini