Gazzella o giaguaro?
Se il dolore vive di
luce propria dentro
tane e anfratti
animale sanguigno e
diffidente
sarà una scattante
gazzella
che alle prime nevicate
salta fossi
o un giaguaro morbido
sinuoso
con baffi di vaniglia
che sorride
ai primi
caldi
sudori?
Dobbiam saperlo
per conoscerne
linguaggio e odore
litigarci o amarlo
scherzare o disprezzarlo
con sue parole.
Altrimenti ci sfugge
e poi ci manca.
Impronte
E’ radice
che esiste di fronde
l’anima mia
che s’allatta di sensi.
Linfa innata,
folle di corse
nei contorti
tronchi del vivere.
E’ rugiada del tempo
che svezza i miei rami,
s’annida, dischiude,
ondeggia e rimbalza,
eco impietoso
che,
riflettesse
realmente,
non tornerebbe,
come ricorrono,
invece
impassibili abissi,
piedi, nessi,
tracce e passi,
ormeggianti,
naviganti
spumosi solchi
di vino impastati
di sudori callosi;
orizzontali
come taglio di falce,
stridenti
come uomo che infuria,
umidi
come occhi di gioia.
Così suturanti,
capillari
rimbombanti,
temporali.
Così terreni,
così alieni.
Così miei.
Sono uomo
di orme screziate.
Sono ricco
d’impronte lasciate.