Dalla banchina osservo i volti
incollati al finestrino del tempo:
un vecchio vagone sbuffa
il vapore di sogni lontani.
Simone Magli
Dalla banchina osservo i volti
incollati al finestrino del tempo:
un vecchio vagone sbuffa
il vapore di sogni lontani.
Simone Magli
che interpreto male
forse sono io
che vedo a modo mio
sì forse il beneficio del dubbio
ma ho avuto già tante conferme
e tu sempre a negare
ma quando mi sei davanti
quando non è solo un grido al telefono
lo vedo sul tuo viso
che provi vergogna
che in fondo sei un bravo ragazzo
e vorresti essere fiero
ma non puoi
e me ne dispiace per te
ma ancora di più per me
che non so più che fare
non so proprio che fare
azzurrabianca
Nella vecchiaia spesso tornano ricordi
che il tempo sembrava avere cancellato
e sepolto per sempre nel profondo oblio
sorgono così alla mente all’improvviso
e ti fan dire perché avevo perché scordato?
Così stamane mentre di fuor forte pioveva
e forte batteva la pioggia contro i vetri
il lamento di un can lontano il cuore
mi ha così turbato e una immagine portato:
son io che allora ero bambino e li vicino
un buffo vispo cagnolino era, ricordo,
il regalo di un vicino e della mamma
ancor sento la voce “qui da noi a Milano
non si può caro tenere piccola la casa
il lavoro di papà e mio e tu piccino
meglio portarlo in campagna dalla zia
certo vedrai che lì si troverà benone”
e all’indomani così laggiù lì mandato
povero amico mio batuffol senza nome
ma in cuor mio col tempo Fuffi ti avrei
chiamato, ti avrei chiamato perché presso
la zia giunto per abbracciati più ti avrei
trovato, ricordo, domandai forte piangendo
dove tu fossi andato”sta ora mi disser
presso un ricco agricoltore, vedrai che
lì starà benone”, ricordo, quelle parole false
ancora ripetute per rifiutare quel povero
essere indifeso, quale la fine tua la sorte
qual che di te da allora nulla ho più
saputo caro batuffolo di un giorno solo
amico che Fuffi avrei un dì chiamato
quanti anni passati circa settanta sono
oggi ringrazio la mente che in quell’angolo
dello scrigno dei ricordi il ricordo tuo
mi ha al cuore all’animo miei portato.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
Ad alcuni piace la poesia
ad alcuni cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza ma alla minoranza.
Senza contare le scuole dove è un obbligo
e i poeti stessi
ce ne saranno forse due su mille.
Piace
mi piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro
piace una vecchia sciarpa
piace averla vinta
piace accarezzare un cane.
La poesia
ma cos’è mai la poesia?
Piu d’una risposta incerta
è stata gia data in proposito.
Ma io non lo so,
non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.
WISŁAWA SZYMBORSKA
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