Sempre più lente le mie mani,
più arduo usare gli strumenti;
più lento il passo che mi lascia indietro
e incerti gli occhi che sfuocano le cose.
A volte incespica il pensare,
che ancora vivo, imbarazzato
cerca parole che non l’assistono
o idee che poi svaniscono.
Esaspera la morte le paure,
così che con rassegnazione
m’adeguo ai limiti del corpo,
ridisegnando ogni semplice gesto
con saggezza che sa di naftalina.
Ma il mio proceder lento
il tempo non rallenta, ed i suoi giorni,
incuranti, trascorrono veloci.
Per dare un senso a questa età
d’ininterrotta attesa,
posso arricchire il mio vissuto,
un capitale tutto mio,
od inventarmi un Dio!
Se fallirò, dovrò farmi bastare
il conforto dell’immediatezza:
-qui, all’istante, subito-
drogandomi di ogni alito di vita.
Alberto Baroni