La mia geografia

Taciturno
         Sterco
              Di luna…
Obbedire regredire morire.
               Dove?
dove si contano le doti…
dove arrossiscono le gote…
dove il boia è soltanto il riflesso dentro lo specchio
del profilo migliore… il sinistro credo…

E nessuno che domandi del tuo progetto:
– un giorno mi fermerò a cercare tutti i baci del mondo,
in una piazza, sui tram, nelle discariche…-

Ecco siamo giunti nel paese dove ebbe origine il padre di mio padre,
la mappa dei miei desideri è scritta sulle braccia
ed ancora inseguo la mia geografia
raccogliendo i capelli di una donna in un continente
misterioso,
un giorno intreccerò la sottile linea che separa la luna
dal mio baricentro,
e ti dirò che ti amo, probabilmente,
ma tu non farci caso,
questa è la mia geografia, soltanto la mia geografia.

Massimo Pastore

Published in: on febbraio 19, 2017 at 07:48  Comments (1)  

Dove

giorni

Dove…sono nascosti…
Dove…volati…
O precipitati…
I miei giorni con te.
Le mie ore di attese
e di fuoco e di sangue,
dai mille sapori e profumi.
Le ferite
inflitte…subite…
curate, guarite…
I sogni sparsi su onde di delizie e tormenti
oltre irraggiungibili orizzonti…
Le favole inventate mano a mano
come tele di penelope.
Le carezzevoli mani odorose
dei dopo bucati su argini estivi.
I passi silenziosi
a cogliere e donare rose.
Il rincorrere di ombre fuggevoli.
Le preghiere
dal sapore d’incenso, fumo e alito
dell’anima in cerca di luce bianca e pura
Dove sei puro amore, amore puro
dei giorni, delle notti,
con ali adatte al volo,
pur tra il mulinar di cicloni,
ora spezzate….
Dove…siete caduti…
Dove…siete volati…
Dove…siete nascosti,
ricordi…
Ora ombre sbiadite…
Chi,
vi sta portando via… ?

Armando Bettozzi

Published in: on febbraio 19, 2017 at 07:39  Lascia un commento  

Sonetti a Orfeo I,I

Da stieg ein Baum. O reine Übersteigung!
O Orpheus singt! O hoher Baum im Ohr.
Und alles schwieg. Doch selbst in der verschweigung
ging neuer Anfang, Wink und Wandlung vor.

Tiere aus Stille drangen aus dem klaren
gelösten wald von Lager und Genist;
und da ergab sich, daß sie nicht aus List
und nicht aus Angst in sich so leise waren,

sondern aus Hören. Brüllen, Schrei, Geröhr
schien klein in ihren Herzen. Und wo eben
kaum eine Hütte war, dies zu empfangen,

ein Unterschlupf aus dunkelstem Verlangen
mit einem Zugang, dessen Pfosten beben, –
da schufst du ihnen Tempel im Gehör.

§

Un albero si leva – o puro sovrastare!

Come canta Orfeo! – e il grande albero è in ascolto!

E tutto fu silenzio. Ma proprio in quel tacere

avvenne un nuovo inizio, cenno, mutamento.

Irruppero animali dalla quiete, dal chiaro

bosco liberato, da tane e nascondigli

e fu palese: non per astuzia o per timore

erano in sé così raccolti, ma – per l’ascolto.

Ruggito, grido, bramito, allora

parve ben poca cosa ai loro cuori.

E nell’orecchio – che era appena una spelonca,

un anfratto del più oscuro desiderio

con l’entrata dalla porta scardinata –

tu creasti per loro un santuario.

 

RAINER MARIA RILKE

Published in: on febbraio 19, 2017 at 07:38  Lascia un commento  

Decisione

Anima mia
libera il tuo volo
sul mare del mattino
il cielo geme spazi azzurri
ove un gabbiano
intreccia sentieri di solitudine
nel suo viaggio d’amore

Anima mia
ascolta il richiama del vento
sale dai flutti azzurri e bruni
per suonare l’arpa della luce
sul pentagramma dell’orizzonte

Giovanni De Simone

Published in: on febbraio 19, 2017 at 07:32  Comments (2)