Tutti i poeti del mondo

Tutti i poeti del mondo hanno un fucile
un lapis per vedetta
un secolo di piombo.
Hanno le rotative smangiate, le giberne
piene di fiori fatti di carta
l’uomo in mente, che siede su una panca
a contarci delle storie.
Tutti i poeti del mondo hanno vissuto
col naso sopra il filo spinato della morte;
contenti di grattarsi la rogna della fame
d’aver patito il freddo, le cosce di una donna.
Contenti delle loro minestre, del lavoro
di un’istruzione poco adeguata
di un cancello, con sopra il nome senza disturbo
di Francesca.
E due leoni fatti di pietra, un po’ invecchiati:
un posto per camparci le foglie
e andarci cauti
con noi, poco coraggio nel pugno
e molto sonno.

Massimo Botturi