La morte degli amanti

LA MORT DES AMANTS

Nous aurons des lits pleins d’odeurs légères,
Des divans profonds comme des tombeaux,
Et d’étranges fleurs sur des étagères,
Ecloses pour nous sous des cieux plus beaux.

Usant à l’envi leurs chaleurs dernières,
Nos deux coeurs seront deux vastes flambeaux,
Qui réfléchiront leurs doubles lumières
Dans nos deux esprits, ces miroirs jumeaux.

Un soir fait de rose et de bleu mystique,
Nous échangerons un éclair unique,
Comme un long sanglot, tout chargé d’adieux ;

Et plus tard un Ange, entr’ouvrant les portes,
Viendra ranimer, fidèle et joyeux,
Les miroirs ternis et les flammes mortes.

§

Avremo letti pieni di profumi leggeri,
divani profondi come tombe,
e sulle mensole fiori strani,
dischiusi per noi sotto cieli più belli.

A gara bruciando gli estremi ardori,
saranno i nostri cuori due grandi fiaccole,
specchianti le loro doppie luci
nei nostri spiriti, specchi gemelli.

Una sera fatta di rosa e di mistico azzurro,
ci scambieremo un unico bagliore,
come un lungo singhiozzo, grave d’addii;

e un Angelo più tardi, schiudendo le porte,
lieto e fedele verrà a ravvivare
gli specchi offuscati e le fiamme morte.

CHARLES BAUDELAIRE

Scuote gli alberi il vento d’autunno

Der Herbstwind rüttelt die Bäume,

Die Nacht ist feucht und kalt;

Gehüllt im grauen Mantel

Reite ich einsam, einsam im Wald.

Und wie ich reite, so reiten

Mir die Gedanken voraus;

Sie tragen mich leicht und luftig

Nach meiner Liebsten Haus.

Die Hunde bellen, die Diener

Erscheinen mit Kerzengeflirr;

Die Wendeltreppe stürm’ ich

Hinauf mit Sporengeklirr.

Im leuchtenden Teppich gemache,

Da ist es so duftig und warm,

Da harret meiner die Holde,

Ich fliege in ihren Arm!

Es säuselt der Wind in den Blättern,

Es spricht der Eichenbaum:

«Was willst Du, törichter Reiter,

Mit Deinem törichten Traum?»

§

Scuote gli alberi il vento d’autunno,

nella notte umida e gelida;

avvolto nel mio grigio mantello,

cavalco tutto solo nel bosco.

Mentre cavalco, io vedo in frotta

cavalcare con me i miei pensieri;

come il vento mi portan leggeri

a casa della mia diletta.

I cani abbaiano e la servitù

accorre con le fiaccole in mano;

salgo con furia su per le scale

facendo risuonar gli speroni.

La sala splendida degli arazzi,

è pervasa di aromi e calore,

lì m’attende il dolce mio amore…

mi precipito tra le sue braccia.

Il vento mormora tra ‘l fogliame,

e si sente la quercia parlare:

<< Cosa vuoi, folle cavaliere,

con questo tuo folle sognare ?>>

HEINRICH HEINE

Crepuscolo

Contorni lievi sfumati
di monti imbrattati di neve
adorni di vena rosata.
Tutto assorbe silenzio,
magia
colori si prendono
si abbracciano
si fondono
come disperati amanti
esplodono di passione.
Groviglio estatico
di porpora e oro.
Neri gli alberi sullo sfondo
umili spettatori di quell’incanto.
Il buio, ignaro,
inghiotte ricopre.
Le case si accendono
fiaccole miscredenti
di un miracolo avvenuto.

astrofelia franca donà

Nel campo

dove attecchisce il dolore
lacrime
sono stille scintillanti
fiaccole sulle asprezze
ed ali
che splendono più forte
sotto queste luci di Natale…
dove dolore
sterile non scalda
varca la vita
passi senza luce,
i battiti del cuore
detenuti
dietro le grate fredde
bramano
nella nebbia
gocce di tepore che non hanno.

Giuseppe Stracuzzi

Published in: on gennaio 4, 2010 at 07:10  Comments (3)  
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