Arrancano i ricordi di un sentiero,
di foglie e ricci secchi per tappeto,
scricchioli autunnali sempre amati,
da sandali di gomma avventurieri.
Scioglievano i colori novembrini,
confusi da giudizi ancora acerbi,
profumi amici di brusii lontani
e nudi nidi, sui legnosi arti;
sfioravano le punte nubi incaute,
il cielo era lì, poco discosto,
e come un album da ricolorare,
offriva forme alla mia bocca aperta.
Ma i giorni lo stradino hanno scordato
e quando son tornato per cercare,
i rovi mi hanno dato il benvenuto
e non sapevo più dove guardare.
Invecchia l’uomo e riga sulla fronte:
è ruga d’oro scritta dal tragitto,
che se non si percorre più sovente,
svanisce, righiottita dagli sterpi.
Orme di sabbia
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Caro Flavio questa poesia descrittiva è un’elegia
musicale e dolce alla natura, triste per
“l’uomo che Invecchia e riga sulla fronte:
è ruga d’oro scritta dal tragitto,
che se non si percorre più sovente,
svanisce, ringhiottita dagli sterpi.” Ciao. Paolo.
bella questa tua,contemplazione e analisi di un cammino che ci accomuna scritta con sentimento
Il Passero
Mentre l’uomo invecchia, anche la natura subisce i suoi cambiamenti, potrebbe definirsi quasi un cammino parallelo
Molto bella
Patrizia
“Invecchia l’uomo e riga sulla fronte:
è ruga d’oro scritta dal tragitto,
che se non si percorre più sovente,
svanisce, righiottita dagli sterpi.” ma il ricordo rimane dentro custodito senza che viene mai coperto da sterpi. bellissima Flavio Rosy