Ho provato
tante volte
ad ascoltare
il chiacchierio confuso
dei platani
nelle giornate di vento.
Il fruscio delle foglie appare
come un’onda impetuosa
che sbriciola preghiere confuse.
Quello dei platani,
invece,
è un mormorio dolcissimo
che invita
al riposo e all’oblio.
L’urlo delle querce
sembra l’imprecare possente
dei condannati
che scuotono con violenza
ceppi e catene.
Solo i pini
lasciano filtrare con dolcezza
il vento tra i rami,
coperti di muschi e licheni.
Loro mi regalano frazioni di silenzio
ed invitano alla pace interiore.
Per questo io li amo
con tutta l’intensità del mio cuore.
La carezza del vento
Ani
(Una badante molto speciale)
Al fianco d’una vita che si spegne,
sul largo marciapiedi
altro non vedi
se non la casa tua lontano
con dentro chi ti aspetta, e non invano,
ché lì al più presto certo tornerai.
Nel via vai di altri condannati,
pure, accompagnati,
non prendi parte al chiacchiericcio,
schiva,
dedita solo a essere sostegno,
col cuore e con le braccia a chi il destino
ha messo a morte prima di morire.
Nessun di te è più degno
del provvido mensile
per regalar quel sogno a chi vuoi bene,
che stai pagando già, col sacrificio,
che dici che non pesa.
Però, già a fare bene la badante
è assai pesante, e inoltre
senza niente in più,
fai tutto quel che serve nella casa,
ed assicuri, ancora, che non pesa.