Saint Tropez
Oggi il cielo
Oggi il cielo ha indossato
l’abito grigio delle cerimonie
noiose.
Nasconde la cravatta celeste
sotto una sciarpa scura e ruvida.
Senza sorriso
ti guarda minaccioso,
e, quasi a beffeggiarti,
comincia a spruzzare
gocce fredde di pioggia
dalla fitta nuvolaglia
che lo copre come un nero
mantello untuoso e vecchio.
Non gridi dai nidi,
non volano uccelli;
solo qualche ombrello
frettoloso e sbilenco
si muove rasente le siepi
d’alloro e di bosso.
Vetri appannati
celano ombre
dietro l’opaco riflesso
della luce biancastra.
Una raffica di vento
impietosa denuda
i rami degli olmi;
si piegano i pini
gemendo.
È tempo di neve.
La carezza del vento
Ho provato
tante volte
ad ascoltare
il chiacchierio confuso
dei platani
nelle giornate di vento.
Il fruscio delle foglie appare
come un’onda impetuosa
che sbriciola preghiere confuse.
Quello dei platani,
invece,
è un mormorio dolcissimo
che invita
al riposo e all’oblio.
L’urlo delle querce
sembra l’imprecare possente
dei condannati
che scuotono con violenza
ceppi e catene.
Solo i pini
lasciano filtrare con dolcezza
il vento tra i rami,
coperti di muschi e licheni.
Loro mi regalano frazioni di silenzio
ed invitano alla pace interiore.
Per questo io li amo
con tutta l’intensità del mio cuore.
Dippold l’ottico
DIPPOLD THE OPTICIAN
What do you see now?
Globes of red, yellow, purple.
Just a moment! And now?
My father and mother and sisters.
Yes! And now?
Knights at arms, beautiful women, kind faces.
Try this.
A field of grain – a city.
Very good! And now?
Many womens with bright eyes and open lips.
Try this.
Just a globet on a table.
Oh i see! Try this lens!
Just an open space – i see nothing in particular.
Well, now!
Pine trees, a lake, a summer sky.
That’s better. And now?
A book.
Read a page for me.
I can’t. My eyes are carried beyond the page.
Try this lens.
Depths of air.
Excellent! And now?
Light, just light, making everything below it a toy world.
Very well, we’ll make the glasses accordingly.
§
Che cosa vedi adesso?
Globi rossi, gialli, viola.
Un momento! E adesso?
Mio padre, mia madre e le mie sorelle.
Sì! E adesso?
Cavalieri in armi, belle donne, volti gentili.
Prova queste.
Un campo di grano – una città.
Molto bene! E adesso?
Molte donne con occhi chiari e labbra aperte.
Prova queste.
Solo una coppa su un tavolo.
Oh, capisco! Prova queste lenti!
Solo uno spazio aperto – non vedo niente in particolare.
Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo estivo.
Così va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggimene una pagina.
Non posso. I miei occhi sono trascinati oltre la pagina.
Prova queste.
Profondità d’aria.
Eccellente! E adesso?
Luce, solo luce che trasforma tutto il mondo in un giocattolo.
Molto bene, faremo gli occhiali così.
EDGAR LEE MASTERS
Un giorno un mare, un treno…
Settembre
Tornano le belle nuvole
finalmente
a rincorrersi nel cielo,
a scherzare col sole,
a dipingere il mattino.
Torna il vento rapido
finalmente
a sferzare i pini,
a danzare con le foglie
il minuetto della vita.
Tornano i tenui crepuscoli
finalmente
a smorzare la luce,
ad accorciare il giorno.
Tornano le lunghe notti
finalmente
a portare sogni,
a spaventare i dubbiosi
dell’altra vita.
Notte prima degli esami
Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra
e un pianoforte sulla spalla.
Come pini di Roma, la vita non li spezza,
questa notte è ancora nostra.
Come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?
Le bombe delle sei non fanno male,
è solo il giorno che muore, è solo il giorno che muore.
Gli esami sono vicini, e tu sei troppo lontana dalla mia stanza.
Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto,
stasera al solito posto, la luna sembra strana
sarà che non ti vedo da una settimana.
Maturità ti avessi preso prima,
le mie mani sul tuo seno, è fitto il tuo mistero.
Il tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americani,
non fermare ti prego le mie mani
sulle tue cosce tese chiuse come le chiese,
quando ti vuoi confessare.
Notte prima degli esami, notte di polizia
certo qualcuno te lo sei portato via.
Notte di mamma e di papà col biberon in mano,
notte di nonno alla finestra, ma questa notte è ancora nostra.
Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni,
notte di sogni, di coppe e di campioni.
Notte di lacrime e preghiere,
la matematica non sarà mai il mio mestiere.
E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca,
ma questa notte è ancora nostra, Claudia non tremare
non ti posso far male, se l’amore è amore.
Si accendono le luci qui sul palco
ma quanti amici intorno, mi viene voglia di cantare.
Forse cambiati, certo un po’ diversi
ma con la voglia ancora di cambiare,
se l’amore è amore, se l’amore è amore,
se l’amore è amore, se l’amore è amore,
se l’amore è amore.
ANTONELLO VENDITTI
Georgia on my Mind
Georgia, Georgia,
The whole day through
Just an old sweet song
Keeps Georgia on my mind
I’m say Georgia
Georgia
A song of you
Comes as sweet and clear
As moonlight through the pines
Other arms reach out to me
Other eyes smile tenderly
Still in peaceful dreams I see
The road leads back to you
I said Georgia,
Ooh Georgia, no peace I find
Just an old sweet song
Keeps Georgia on my mind
Other arms reach out to me
Other eyes smile tenderly
Still in peaceful dreams I see
The road leads back to you
Georgia,
Georgia,
No peace, no peace I find
Just this old, sweet song
Keeps Georgia on my mind
I said just an old sweet song,
Keeps Georgia on my mind
§
Georgia, Georgia,
durante tutto il giorno
solo una vecchia dolce canzone
tiene la Georgia nei miei pensieri.
Ho detto Georgia,
Georgia, una canzone di te
risuona dolce e chiara
come i raggi di luna attraverso i pini.
Altri abbracci mi stringono
altri sguardi sorridono teneramente,
ma sempre, nei sogni più sereni,
la strada mi riporta da te.
Ho detto Georgia,
Georgia, non trovo pace,
solo una vecchia dolce canzone
tiene la Georgia nei miei pensieri.
Altri abbracci mi stringono
altri sguardi sorridono teneramente,
ma sempre, nei sogni più sereni,
la strada mi riporta da te.
Georgia, Georgia
Nessuna pace, nessuna pace posso trovare,
solamente questa vecchia dolce canzone
tiene la Georgia nei miei pensieri.
Ho detto solo una vecchia canzone
tiene la Georgia nei miei pensieri.
STUART GORRELL (musica di Hoagy Carmichael)
Tra i pini
Ti vidi per la prima volta
in un chiaro mattino
camminare tra i pini.
Ci incrociammo sul sentiero
odoroso di resina.
Portavi un libro sotto il braccio.
Mi passasti a fianco seria.
Bastò un rapido sguardo
per colpire il mio cuore.
Il profumo dei pini
mi fa sempre rivivere
quel dolce momento.