Contro corrente

Contro corrente come bionde trote
fendevano la calca cittadina
due fanciulle insolenti di bellezza.
Curiosando strusciarono i musini
di maliziosa cipria qua a un acquario
di lusso di dormenti onde ravvolte
di stoffe per murene ed aragoste,
più in là a un brillante altar di calzature,
spume di cardi rossi per pianelle
di Cenerentola, lustrini e argenti
per taccuini da ballo. Scantonarono
a un tratto e una si chinò nascosta
dall’inquieta compagna ad allacciarsi
la giarrettiera a mezza coscia ignuda.
Le succhiò la corrente cittadina.
Vedo sempre la strada illuminata
da quel fulgore di carne di donna
nel marmo della pioggia settembrina.

CORRADO GOVONI

Kavaja

Kavaja ha finestre affacciate sull’Adriatico
Davanzali di gerani, con mani in attesa
Vicini di casa con Bari, sono, li senti parlare a volte
O li vedi, a prendere un caffè nella veranda del mare

Avviene quasi sempre nelle belle notti d’estate
In cui le tarde ore ci trovano ancora fuori
A contemplare il cielo, i boschi fitti dei pini
Pilastri illuminati dal chiarore argenteo

Ha un suono mistico il suo silenzio
Le sue piccole case dalle rosse tegole
Le sue strade, spoglie da notturni rumori
Da vani luccichii e vanità giovanili

Due bianche dita al cielo si volgono
L’uno libertà, democrazia l’altro
Inciso di sangue in ogni soglia e pietra
Echeggiano orgogliosi in ogni cuore di Kavaja

Kavaja dalla rughe sul volto
Dalle mille sofferenze che ti squarciano l’anima
Nelle polveri di burocrazie, sepolta
Dalle sorgenti in secca, Kavaja assetata

Kavaja è donna di casa, dal capo coperto
Dalle lunghe vesti o minigonne e tacchi a spillo
Che orma non lasciano sul marciapiede
Ove giovani ragazzi,  fuori dalle botteghe, attendono

Kavaja dalla generosità di bellezza autentica
Tempio d’armonia e rispetto, t’accoglierà in ugual modo
Che tu sia uno che prega Allah, nell’antica moschea
O candele accendi, dinnanzi ad una croce, nella giovane chiesa

Kavaja terra del grano, del granturco e degli
Insonni poeti, che tessono versi per belle fanciulle
Kavaja dalle timide e sognanti palpebre
L’epicentro del mio cuore e dei miei pensieri

Anileda Xeka

Dove sei???

 
Dove sei ora,
che la nave del giorno è salpata
e nuda si dona all’altra metà del pianeta,
pian-piano scompare
nel rosso orizzonte
Ora che la notte bussa ai portoni
delle case nel vecchio quartiere
tre volte, prima d’entrare e s’accomoda
nel salotto vicino ad un camino acceso
ove la nonna racconta favole
prima che i bimbi s’addormentano
mani  delicate di fanciulle
tessono i sogni…
Quale dei tanti, ci affiderà stanotte?
Ora che ho finito il verde smeraldo
per dipingere i tuoi occhi
sulla mia tela spoglia, sopra il cavalletto
in fondo alla stanza, m’interroga:
“Come possono due mani imitare
due pennelli
del cielo, le stelle  – i bianchi sorrisi?”
Ora, che nel cervello
mi rimbomba il becco d’un picchio
che  martella la corteccia
e mille lupi ululano dentro me
al chiarore della neve – luna
spalancando le porte del anima
[Ho occhi sordi e cieche orecchie]
Dove sei amor mio,
ora che vorrei essere il vento
che t’ accarezza il viso
con ansia nei polmoni
sotto la brina in superficie
goccia per goccia
ti respiro

Anileda Xeka

Le poesie di quando dormi sono per me chitarre

Discerno, in te, la pietra
e il peso nullo.
Quando ti giace il corpo
e sembra da te altra cosa, pulito
come un prato di vento
audace e inerte
fatto di sogni accesi come candele in mare.
Due grandi code ch’entrano in acqua
e dopo fuori
ad ogni tuo respiro che pare naufragare
su sabbie di detriti
e di fanciulle nude.

Massimo Botturi

Published in: on ottobre 20, 2010 at 07:01  Comments (2)  
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Frammenti di poesie

Frammenti di poesie,
frammenti di me…

[…] La bianca luce dell’alba,
spada luminosa,
trafigge il nero mantello
della notte tenebrosa. […]

[…] Le nuvole,
tenere fanciulle,
abbracciate danzano
ai primi raggi del sole. […]

[…] Il pensiero,
scomodo compagno
dei giorni solitari,
fruga
con le sue dita scabre
nella borsa dei ricordi. […]

Frammenti di poesie,
rami rimasti sospesi
sull’albero della mente
distratta dai fatti quotidiani,
in attesa che il cuore
li maturasse come frutti.
Frammenti d’emozioni
rapide e improvvise
che balenano per un attimo
e si sperdono nell’aria
di ogni monotono giorno.
Frammenti di vita interiore,
foglie ancora fresche e profumate
sparse nel bosco dei sentimenti.

Ogni tanto mi piace
raccogliere nel silenzio
frammenti di poesie,
pezzi di me sparpagliati
nell’angolo segreto
dell’anima mia.

Nino Silenzi