Vecchiezza

 
Assopito
nella evanescenza
di bucolici anfratti
prendeva a passi lenti
il panorama.
Gli occhi disciolti
nell’amena vista
offrivano ai pennelli
il desiderio
di scorrazzare sulla tavolozza
e incoravano il cuore 
a proseguire
lungo il rettilineo delle ore…
l’atonia spalmata
nelle braccia cadenti
e nelle gambe
diluiva la foga
di pupille,
del cappello ruzzato
sulla fronte
del fumo acceso
a ciglio delle labbra…
le due voci
scolpivano la sera su cuscino
un sorriso pietoso,
mentre dal cielo
piovono sempre
sassi di domani
sul capo
del presente ammutolito.

Giuseppe Stracuzzi

Se non riesco a dormire

conto le stelle radunate
nel palmo della mia mano

Tra una tela e l’altra
mi fermo quanto basta
per fondermi con i pennelli
i colori che invento
raccontando storie di vetro…non mie.

L’anima attingo
dalle ceneri dei sogni ,
[c’è troppo grigio …sottolinei]
e di tanto in tanto mi concedo
ai giardini del silenzio
come musa

mi contagi
mi piovi dentro

“Sono qui” mi dici
…..sapessi quanto vale
in quest’uggiosa domenica….

Anileda Xeka

Published in: on dicembre 22, 2011 at 06:50  Comments (3)  
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Dove sei???

 
Dove sei ora,
che la nave del giorno è salpata
e nuda si dona all’altra metà del pianeta,
pian-piano scompare
nel rosso orizzonte
Ora che la notte bussa ai portoni
delle case nel vecchio quartiere
tre volte, prima d’entrare e s’accomoda
nel salotto vicino ad un camino acceso
ove la nonna racconta favole
prima che i bimbi s’addormentano
mani  delicate di fanciulle
tessono i sogni…
Quale dei tanti, ci affiderà stanotte?
Ora che ho finito il verde smeraldo
per dipingere i tuoi occhi
sulla mia tela spoglia, sopra il cavalletto
in fondo alla stanza, m’interroga:
“Come possono due mani imitare
due pennelli
del cielo, le stelle  – i bianchi sorrisi?”
Ora, che nel cervello
mi rimbomba il becco d’un picchio
che  martella la corteccia
e mille lupi ululano dentro me
al chiarore della neve – luna
spalancando le porte del anima
[Ho occhi sordi e cieche orecchie]
Dove sei amor mio,
ora che vorrei essere il vento
che t’ accarezza il viso
con ansia nei polmoni
sotto la brina in superficie
goccia per goccia
ti respiro

Anileda Xeka

Il libro di Biancaneve sul comodino

Il libro di Biancaneve sul comodino
attorno altre storie altre fiabe
l’asciugamano aranciato di hennè
sulla scrivania la carta da acquerello
e colori e pennelli e una giraffa
rosa nel posacenere
chissà che penserà la cameriera quando
verrà per rifare la stanza
che sia la camera di una bambina e che
avrà fatto con questa salvietta?
mi tingo e spargo attorno le tinte
per fare mio il mondo e rispecchiarmi
ricercare i colori che ho dentro
l’eco che riverbera nella solitudine
di presenze che vorrei per sempre
e fingo che questa impronta di capelli
sul cotone bianco
o la traccia colorata che la mente fa
sul foglio sia la vita
e perdo la vita e gli altri che sono
fuori dalla mia stanza
ma è per loro che dipingo per chiedere
poi che ne pensi cioè
ecco vedi chi sono ti piaccio?
mi conosci lì, mi vedi, mi capisci?
e le fiabe questi libri sono un sogno
che ritorna di quando volevo un mestiere
e non mi affidavo al caso e allora era
l’illustratrice per bambini per bambini
e infantile lascio impronte tracce di me
io sono perchè segno
vedi quella sono io
ma io dove sono
e tu dove sei?

azzurrabianca

Tu, amore mio

Io ti sciolgo
i capelli al sole
e ti abbraccio
con pennelli di stupore,
così ti rendo mia
tra il diamante di roccia
che ho scavato
per arrivare
al tuo suono
d’essere.
Io ti spoglio
con le mani al vento
e se non parlo
è il mio cuore
che si accarezza
con i tuoi occhi verdi
tra le simbiosi di un cratere
da cui non cado:
ne sorvolo il soffio
che afferro tra le ali
della nostra esistenza
e ne respiro
onnipotenza
rendendomi aggrappata
all’eterno sogno
che vivo solo con te.

Glò

Published in: on febbraio 15, 2011 at 07:42  Comments (4)  
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Stupri

Oggi è il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La nostra Aurelia ci manda una sua bella e forte riflessione con cui ci invita a fermarci e a pensare a quanto c’è ancora da fare in questo nostro tempo per garantire il diritto di ogni donna alla sicurezza, alla dignità ed alla libera espressione delle proprie scelte, anche in campo sessuale. La ringraziamo per le sue parole.


Donne camminano sole
nei giorni della cipria
insaponano il viso
si spolverano
con il sorriso
batuffoli di talco
ai lembi rimasti
trasuda la pelle
stille, parole di fuoco
violenze
strisciano ancora come serpenti
soffocate nella bidonville
le ferite si esercitano all’accesso
manomesse indigene
sedimenti insidiosi le governano
sui quattro angoli cardinali del sesso regresso
cavi d’acciaio esplosivi
le chiusero al morso
di genitali scaduti
stolte paludi da bonificare
succhiavano nella sabbia
i loro chiari pensieri, le imbrattavano
con pennelli neri
i predoni del male dal sangue infetto
come allora le perseguitano…

Aurelia Tieghi