Notte strana
Sono alla fine del secondo pacchetto,
e forse ne fumerò altre ancora
in questa notte strana che di me
non ne vuole sapere.
Vorrei viaggiare nei sogni che
mi vedono vittima e carnefice,
coraggioso e impaurito.
Questa è una notte strana amica mia,
silenzio ideale per nuova poesia,
pensare a te che lontana mi pensi
e mi scacci.
Pensiero leggero e ingombrante,
essenza di incertezza per te
Notte strana che non vuole essere
nè madre ne culla
Sono fuori dal mondo che aspetto
ogni sera per fermare la morte
che ogni giorno mi entra negli occhi,
nelle orecchie che ha voce di donna,
pianto di bambino, disperazione
di uomini senza patria, senza lavoro.
Maledetta notte che mi ha chiuso fuori
negandomi il suo onirico abbraccio.
Dorme il mio cane sulla poltrona,
ha il muso sereno di chi di una carezza
gioisce, sogna le corse sui prati
chissà se il tuo lume ha smesso di brillare,
se anche tu hai cominciato a sognare
notte strana la mia, dormi tu , dorme
il mio cane…svegli restiamo io e …
questa notte infame.
e forse ne fumerò altre ancora
in questa notte strana che di me
non ne vuole sapere.
Vorrei viaggiare nei sogni che
mi vedono vittima e carnefice,
coraggioso e impaurito.
Questa è una notte strana amica mia,
silenzio ideale per nuova poesia,
pensare a te che lontana mi pensi
e mi scacci.
Pensiero leggero e ingombrante,
essenza di incertezza per te
Notte strana che non vuole essere
nè madre ne culla
Sono fuori dal mondo che aspetto
ogni sera per fermare la morte
che ogni giorno mi entra negli occhi,
nelle orecchie che ha voce di donna,
pianto di bambino, disperazione
di uomini senza patria, senza lavoro.
Maledetta notte che mi ha chiuso fuori
negandomi il suo onirico abbraccio.
Dorme il mio cane sulla poltrona,
ha il muso sereno di chi di una carezza
gioisce, sogna le corse sui prati
chissà se il tuo lume ha smesso di brillare,
se anche tu hai cominciato a sognare
notte strana la mia, dormi tu , dorme
il mio cane…svegli restiamo io e …
questa notte infame.
Di quell’amore…
Di quell’amore…di quale amore,
nato così per caso,
così sbagliato, così malato.
L’incanto delle parole
– magico caleidoscopio di chimere –
elaborate dalla tua mente
in disarmoniche azioni distruttive.
Emozioni bruciate, invase,
usate per sudice pulsazioni,
sgretolate inesorabilmente
come castelli di sabbia
davanti alla marea che sale.
Di quell’amore… in quell’amore,
tu spietato carnefice
trincerato dietro false ideologie,
sei entrato come ombra oscura
che profana tempi verginei
con rabbia cieca e devastante,
col bisogno d’amore inappagato
di chi è incapace d’amare.
Di quell’amore… su quell’amore
palpebre stanche calano
tra macerie e silenzi amari
lasciati da chi ha solo preso
… e mai saputo donare
Abele
Ma quanti colpi ancora nei secoli poi le luci della ribalta spettano al carnefice che deve motivare il suo insano gesto e magari chiedere perdono ai parenti della sua vittima come se si potesse perdonare per interposta persona ma su chi ricade realmente tutto il sangue innocente la storia ricorda Caino (che nessuno lo tocchi) Ma Abele in quanto silenzio assoluto rincorre l’ombra del suo posto nella Storia?