Io trasporto

 
Un terremoto di alfabeti monchi
di consonanti disadorne
di vocali affilate come lame di amore denutrito
mentre muori parafrasando arcobaleni miopi
e giumente negre…
bella, Lou, annegata nella melma dell’etica e dei narcotici
con i piedi intinti nel colore blu per lasciare tracce di cielo
sui pavimenti bianchi dello spaccia angelo bianco degli elettro fans ,
shock di paradisi ampere
shock di dormitori anoressici
shock di elettroshock eterosessuale
sperimentazione artistica
osso
per i cani…
i buchi che hai nelle braccia lasciano presagire brandelli di materiale cosmico
e detriti di occidente denuclearizzato,
oh, Lou, che passasti da monastero a bordello a portaombrello a corsia d’emergenza
in turbo barella priva di freni e sterzo e navigatore stellare
lucidando cappelle mostruose in vagoni merci del cuore
deglutendo sconfitta abbassando mutande e detergenti intimi e poeti post bellici
cantatori dei tuoi seni cannibali cresciuti tra allevamenti in gabbia
tra luce calda e scimmie di stagnola
Lou, divulgatrice delle finestre cieche e degli amplessi sottomarini
Lou, stelo bucato
trapassato remoto
trapassata
dai mille aghi muti
                                di dio.
Non ci si può liberare dal tuo odore, dalla tua biblioteca di profumi segreti,
vorrei dormire ogni notte nell’accogliente grotta della tua anima
e danzare come una bestia affamata grammo dopo grammo liberandoti le vene
e sfiorare la tua schiena,
Lou,
         dove ogni neo è il capitolo di un bacio.

Massimo Pastore

Nel profondo

Sinuose voragini
tra opprimenti volte e
soffitti infiniti puntellati di
cime contorte capovolte e
gocciolanti sudori gelati puri
di luce negata s’estendono in
corridoi cupi e levigati dai
pavimenti sfuggenti incorniciati
da tele di ragno deserte come
il luogo disabitato che collegano
al pensiero di una vita animale.
Scricchiolano, cigolano, tremano, fremono
tra aliti bollenti spinti dalla
gola bruciata da un’ aria vecchia
e morta e lo scheletro dell’ anima
che ha penetrato questi anfratti
indica il groviglio inesplicabile in
un gesto inespresso che condurrebbe
alla meta, la fine della ricerca
estenuata stillante sangue dall’unione
divisa in lacrimata speranza perduta
verso una luce che non volesti raggiungere
per l’ oscuro mistero di poter essere vivi.

Gian Luca Sechi