Il pane dell’omertà

Pane che non ha sapore,
mangiato ad occhi bassi
a un desco muto.
Pane pagato con la dignità
difficile da guadagnare,
facile da spendere.
Pane impastato con le lacrime
di una madre, di una moglie,
donne che invano pace invocano,
piangendo.
Pregano una madonna
che le sue invano ha già versato.
Pane che odora di paura,
di colpevole silenzio.
Pane che sazia i ventri e affama
le coscienze.
Pane in cambio di un tacere
per non morire.

Claudio Pompi

Published in: on dicembre 16, 2010 at 07:11  Comments (6)  
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Il testamento della storia


A chi lascerà i suoi guai?

Dove nascondersi per non essere interrogato?
Non potrai dire “io non c’ero”,
né mendicare innocenza,
né coprirti di cenere,
né fuggire nei boschi.

Boschi piallati per scrivere niente,
mari discariche di buste di plastica,
cieli violentati da ali d’argento,
profondità masticate da ruspe e trivelle,
il fumo che sale dal formicaio impazzito.

A chi lascerà le sue miserie?

Le capanne di fango con i tetti di palma,
i ventri gonfiati dagli occhi innocenti,
la vita vissuta per sopravvivere,
il cielo e la luna senza poesie.

A chi lascerà le sue controversie?

Le guerre senza fine, i proiettili all’uranio
le auto che esplodono, le bocche di cannone,
la strage giornaliera di poveri innocenti.

A chi lascerà i suoi statisti?

Lungimiranti come granchi,
si pavoneggiano nelle bandiere e nei salotti,
attenti ai sondaggi per non perdere un voto,
complimentandosi nelle proprie memorie.

A chi lascerà i poveri cristi?

Lorenzo Poggi