Mondo che dorme

 
.
Non trovo memorie
nel mio spazio
che portino lontano
sono ferme di senso
e d’attesa.
 .
Dorme il mondo accanto
il popolo si mesce
di false promesse
e fermo si dà
al finto amico
e forse ignora
il gioco fasullo
quel rumore di fondo
che svuota  sensi
e lede ragione.
 .
Si dia largo ai sogni
ai desideri e all’arte
si apra la porta
al giusto pensiero
si aprano gli occhi
chè dobbiamo vedere
si entri di forza
col cuore caldo
laddove l’erba pare seccata.
.
Quell’acqua di fonte
che serbi
fanciullo
in otre di rame
versala a getto
e giorno per giorno
senza mai fermarti.
..
Tinti Baldini
Published in: on settembre 6, 2013 at 07:21  Comments (9)  

Quel tuo vestito blu

 
Quanto mi piaceva
quel tuo vestito blu
dalle spalle ti scendeva
cadeva un po’ più su
 .
sopra ai tuoi ginocchi
e dentro, c’eri tu
ti accarezzava i fianchi,
quegl’occhi tuoi più grandi
 .
i tuoi capelli biondi
splendevano nel blu
 .
lo cerco nell’armadio
frugo tra le cose
innaffio le tue rose
ma non lo trovo più
 .
quanto mi piaceva
quel tuo vestito blu
e dentro, c’eri tu

Il Passero

Published in: on settembre 6, 2013 at 07:20  Comments (7)  

Un quadro doloroso alla parete

 
Nudo sorriso
e nodo in gola
quando la notte alticcia
e mercenaria scende
a singhiozzi di nere stelle
lungo gli anfratti
di cupi viali,
voli senz’ali
di solitarie lucciole
e di giovani braccia
che vuote d’amore si offrono
e d’illusoria estasi
si fanno in compagnia.
Per pochi soldi
o anche se troppi
sempre inutili
si prova a sognare,
qualcuno si distrae
e in cambio della vita
trova ad attenderlo
un’ultima carezza
in un’amara dose
di dolce morte.
 

Roberta Bagnoli

Published in: on settembre 6, 2013 at 06:59  Comments (5)  

I ciechi

LES AVEUGLES

Contemple-les, mon âme ; ils sont vraiment affreux !
Pareils aux mannequins, vaguement ridicules ;
Terribles, singuliers comme les somnambules,
Dardant on ne sait où leurs globes ténébreux.

Leurs yeux, d’où la divine étincelle est partie,
Comme s’ils regardaient au loin, restent levés
Au ciel ; on ne les voit jamais vers les pavés
Pencher rêveusement leur tête appesantie.

Ils traversent ainsi le noir illimité,
Ce frère du silence éternel. Ô cité !
Pendant qu’autour de nous tu chantes, ris et beugles,

Eprise du plaisir jusqu’à l’atrocité,
Vois, je me traîne aussi ! mais, plus qu’eux hébété,
Je dis : Que cherchent-ils au Ciel, tous ces aveugles ?

§

Contemplali, anima mia; essi sono davvero  orribili!
Simili ai manichini;  vagamente ridicoli;
Terribili,  singolari come i sonnambuli;
Mentre  dardeggiano non si sa dove i loro globi tenebrosi.

I  loro occhi, in cui s’è spenta la scintilla divina
Come  se guardassero lontano, restano levati
Al cielo; non li si vede mai verso i  selciati,
Chinare, pensosamente, la  loro testa appesantita.

Essi  attraversano così il nero sonfinato,
Questo fratello del silenzio eterno. O  città!
Mentre che attorno a noi tu  canti, ridi e sbraiti,

Innamorata  del piacere fino all’atrocità,
Guarda!  anch’io mi trascino! ma, più inebetito d’essi,
Io  dico: Cosa chiedono al Cielo, tutti questi ciechi?

CHARLES BAUDELAIRE

Published in: on settembre 6, 2013 at 06:56  Comments (2)  

Virtualità

Vedi, mi sto sfogliando
e l’Alba non mi riconosce da ieri.

Sono monte che scioglie le nevi,
cielo di nubi di fumo.
Sono mare che annega la vita,
ramo che genera cancri.
Vedi, lo vedi il mio grido?
Nel tuo monitor il sole è più sole,
l’azzurro più vero del cielo,
la palma riposo ed amaca,
L’oceano più dolce del pane;
ma lì il mio cuore sfibrato
non pulsa e non vive.

Vedi, mi stai virtualizzando.

Flavio Zago

Published in: on settembre 6, 2013 at 06:53  Comments (5)