Il mare, finalmente

“Sei mio”
oggi
immensa
meraviglia
in voce salsa.
Tu
mi sorridi
con spruzzi
e agiti
movenze
ondose
in trafori
di spuma.
T’infrangi
sulla scogliera
e in ampio respiro
rilasci
fluidi colori
di berillo.
“Ti amo”
fino ed oltre
l’orizzonte
viola
nel vento
che a me
ti spinge
e il cuore
si fa goccia
per contenerti.

Graziella Cappelli

Published in: on settembre 29, 2013 at 07:31  Comments (12)  

Aci e Galatea

 
Dai Nebrodi discende una vallata,
orrida e bella di rocce scavate
da chiare acque che scendono a valle
e al mare leste van per ricordar.
 .
Tra Aci e Galatea fu amore immenso
che Polifemo terminare volle
ponendo fine al viver incantato
del suo rival vibrante nell’amor.
 .
Di Poseidone Galatea fu figlia
ma sol di giorno amare ella potea,
il figlio del dio Pan, Aci il pastore,
 la notte al mar dovendo ritornar.
 .
Brama per Galatea prese il gigante,
sposa la chiese quindi al re del mare
ed al garbato no di quella ninfa
da furia fu travolto e fu brutal.
 .
Uccise il messagger che l’informava,
svelse dalle foreste alberi e rocce,
rombante come tuono in faraglioni  
mirabili quei massi  tramutò.
 
Trovò di notte addormentato Aci
e sotto un sasso spense la sua vita
e quando a Galatea notizia giunse
piangente sulla spiaggia lo cercò.
 
Fu un pianto senza fine disperato
che a Zeus arrivò forte e lo commosse
così volle sposarli eternamente,
lui in forra e lei in torrente trasformò.
 
D’allora in quella valle ch’è un incanto
per sempre Aci e Galatea staranno,
in un connubio, amanti senza tempo
e il loro amor al fine trionfò.

Piero Colonna Romano

Published in: on settembre 29, 2013 at 07:23  Comments (9)  

La tenzone

Marina di Pisa

O Marina di Pisa, quando folgora
il solleone!
Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d’Arno a tenzone.

Come l’Estate porta l’oro in bocca,
l’Arno porta il silenzio alla sua foce.
Tutto il mattino per la dolce landa
quinci è un cantare e quindi altro cantare;
tace l’acqua tra l’una e l’altra voce.
E l’Estate or si china da una banda
or dall’altra si piega ad ascoltare.
È lento il fiume, il naviglio è veloce.
La riva è pura come una ghirlanda.
Tu ridi tuttavia cò raggi in bocca,
come l’Estate a me, come l’Estate!
Sopra di noi sono le vele bianche
sopra di noi le vele immacolate.
Il vento che le tocca
tocca anche le tue palpebre un po’ stanche,
tocca anche le tue vene delicate;
e un divino sopor ti persuade,
fresco ne’ cigli tuoi come rugiade
in erbe all’albeggiare.
S’inazzurra il tuo sangue come il mare.
L’anima tua di pace s’inghirlanda.
L’Arno porta il silenzio alla sua foce
come l’Estate porta l’oro in bocca.
Stormi d’augelli varcano la foce,
poi tutte l’ali bagnano nel mare!
Ogni passato mal nell’oblio cade.
S’estingue ogni desio vano e feroce.
Quel che ieri mi nocque, or non mi nuoce;
quello che mi toccò, più non mi tocca.
È paga nel mio cuore ogni dimanda,
come l’acqua tra l’una e l’altra voce.
Così discendo al mare;
così veleggio. E per la dolce landa
quinci è un cantare e quindi altro cantare.

Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d’Arno a tenzone.

GABRIELE D’ANNUNZIO

Published in: on settembre 29, 2013 at 07:16  Comments (3)  

In montagna

Una foresta di larici e abeti
un prato con pini mughi
Il sole nel silenzio
un cielo profondo blu
la cima innevata
e… uno yogurth ai frutti di bosco.
Tu ridi felice
e io ti amo.

Sandro Orlandi

Published in: on settembre 29, 2013 at 07:12  Comments (7)  

Sogni

Sto aspettando
la farfalla delle tre
che passa veloce
con valigie legate
da spago di natale.

Vorrei salire con lei
sul carro della luna
e insieme porgere
mani a coppa
per trattenere fragranze
e sorrisi d’un ruscello
che scende in un prato
azzurro di fiori.

Lorenzo Poggi

Published in: on settembre 29, 2013 at 06:58  Comments (5)