Dove non sono

Distendo le rughe dei miei momenti lassi,
non mi trovo e cerco.
Profondità maldestre.

Sbuffo di polvere s’allontana pigro
e sono nel noce lucido d’un mobile.
Solo riflesso.

Non mi trovo e cerco…
fra le pieghe d’una tenda vacua
sbircio quel che avanza di me
e i ruderi di passioni che non mi vollero.
Non mi trovo.

Al giallore di lettere inevase
chiedo che dimora ho scelto.
Cerco…

e irrompo nei raminghi passatempi
che mi negarono al resto,
le dita a sbarrare il disgusto,
solo bozze distorte di me.
Non mi trovo e cerco…

dove non sono… altrove.

Daniela Procida

Published in: on settembre 1, 2013 at 07:27  Comments (3)  

Nella tempesta

l’amore castigato
ha reso pesante il mondo
al vecchio veliero
che
con tutte le vele spiegate
cerca correnti di mare tranquillo
ove fuggire veloce
e tacere la tristezza di viaggi
lontani nel tempo

e tu non odiare
le lacrime della tempesta
che squarcia cielo e mare
e urla il suo nome.

Giovanni De Simone

Published in: on settembre 1, 2013 at 07:05  Comments (4)  

I solchi dell’orzo

CORN RIGS

It was upon a Lammas night,
When corn rigs are bonie,
Beneath the moon’s unclouded light,
I held awa to Annie:
The time flew by, wi’ tentless heed,
Till ‘tween the late and early;
Wi’ sma’ persuasion she agreed,
To see me thro’ the barley.

Corn rigs, an’ barley rigs,
An’ corn rigs are bonie:
I’ll ne’er forget that happy night,
Amang the rigs wi’ Annie.

The sky was blue, the wind was still,
The moon was shining clearly;
I set her down, wi’ right good will,
Amang the rigs o’ barley:
I ken’t her heart was a’ my ain;
I lov’d her most sincerely;
I kiss’d her owre and owre again,
Amang the rigs o’ barley.

I lock’d her in my fond embrace;
Her heart was beating rarely:
My blessings on that happy place,
Amang the rigs o’ barley!
But by the moon and stars so bright,
That shone that hour so clearly!
She ay shall bless that happy night
Amang the rigs o’ barley.

I hae been blythe wi’ Comrades dear;
I hae been merry drinking;
I hae been joyfu’ gath’rin gear;
I hae been happy thinking:
But a’ the pleasures e’er I saw,
Tho’ three times doubl’d fairly,
That happy night was worth them a’,
Amang the rigs o’ barley.

Corn rigs, an’ barley rigs,
An’ corn rigs are bonie:
I’ll ne’er forget that happy night,
Amang the rigs wi’ Annie.

§

Una notte d’agosto,

quando son belli i solchi del grano,
alla luce limpida della luna,
me ne andai da Annie:
il tempo volò – non ce ne accorgemmo! –
finché tra il tardi e il presto,
senza farsi pregar troppo, acconsentì
d’accompagnarmi in mezzo all’orzo.
Il cielo era azzurro, il vento tranquillo,
chiara la luna brillava;
l’adagiai di voglia assai buona
fra i solchi dell’orzo;
sapevo che il suo cuore era mio;
l’amai del tutto sincero;
la baciai e ribaciai
fra i solchi dell’orzo.
La serrai nel mio abbraccio amoroso;
il cuor le batteva ben forte;
benedetto quel luogo felice
fra i solchi dell’orzo!
Ma per la luna e le stelle lucenti,
che in quell’ora brillaron sì chiare,
ella sempre benedirà quella notte felice
trascorsa fra i solchi dell’orzo.
Sono stato gaio con amici cari;
son stato allegro bevendo;
son stato contento accumulando ricchezze,
son stato felice pensando:
ma tutti i piaceri che ho provati,
sebbene raddoppiati tre volte,
tutti li valse quella notte felice
trascorsa fra i solchi dell’orzo.
Solchi di grano e solchi d’orzo
e solchi di grano son belli:
mai scorderò quella notte felice
trascorsa fra i solchi con Annie.
.
ROBERT BURNS
Published in: on settembre 1, 2013 at 07:03  Comments (2)  

Leva

Leva senza senso
che nei dì dell’infinito sollevasti il mondo.

Hai ridotta ogni distanza
in noi hai trovato il punto fermo
le nostre coscienze hai sollevato
plasmate al proprio incanto.

Leva che hai deformato ogni ragione
giustificato a noi l’agire in ogni modo,
il sonno a qualsiasi “giusto” hai davvero assicurato?

Giampietro Calotti C.

Published in: on settembre 1, 2013 at 07:01  Comments (2)  

Idillio

Idillio

Lo strepito di un volo d’uccelli passa
Attraversando lo spazio sovrastante
La luna si specchia nello stagno
Alcune ranocchie cantano una strana canzone
Odo il frusciare dell’erba sollecitata
Dal fresco richiamo del vento

Tu unica ospite di questo quadro
Mi avvolgi in un vortice sensuale
Ed io come gabbiano melanconico
Seguo l’ onda del tuo volere

Perché devo sempre incontrare nel mio sognare
Momenti tristi e dolci deludenti e appaganti
Dove all’immaginario non segue una tenera felicità
Per rendere quest’anima gioiosa

Vivo attendendo l’attimo imminente
Quando la tua mano infine incontrerà la mia
Per trascinarmi nel tuo mondo nascosto
La dove gli dei ti hanno dispensato un’ opera d’arte

Marcello Plavier

Published in: on settembre 1, 2013 at 06:54  Comments (1)