Calura

Intorno all’albero del fico
che ombreggia un marciapiede,
schiacciato da zucchero e latte,
tra ronzio di vespe e calabroni affamati,
l’aria soffoca d’arsura.
Il frinire di cicale dà il tempo
affannoso al respiro del giorno,
miraggi odorosi si spandono
sull’asfalto infuocato,
neanche cornacchie volano al sole.

Lorenzo Poggi

Published in: on settembre 11, 2013 at 07:37  Comments (5)  

L’estate che non apprezzammo

The Summer that we did not prize

Her treasures were so easy
Instructs us by departing now
And recognition lazy –
Bestirs itself – puts on it’s Coat
And scans with fatal promptness
For Trains that moment out of sight
Unconscious of his smartness –
§
L’estate che non apprezzammo

Tanto facili erano i suoi tesori
Ci istruisce ora che se ne sta andando
E il riconoscimento è tardo –
Si scuote – mette il Soprabito
E vaglia con fatale prontezza
Treni in quel momento fuori di vista
Inconsapevoli della sua sveltezza –
.
EMILY DICKINSON
Published in: on settembre 11, 2013 at 07:17  Comments (2)  

Inversamente proporzionale

Inversamente proporzionale
 
E’ bella d’aspetto,
slanciata, formosa,
solare e graziosa

Ha qualità che la rendono
donna ammaliante

I capelli fluenti,
e la bocca carnosa;

il seno altezzoso;
le cosce marmoree;

e

il didietro colline ,

ma,

quando apre la bocca
ed esprime pensieri,
occorre subito porre rimedio:

“ un bavaglio stretto tra i denti ”

e nella malaugurata ipotesi
che riuscisse a parlare,

ti rendi conto subito
della sua intelligenza

che è…

inversamente proporzionale
alla sua avvenenza

E’ solo un involucro esterno,
ed io …non m’ accontento

Ciro Germano

Published in: on settembre 11, 2013 at 07:08  Comments (12)  

L’incanto

Bocca di luna
sfiora i tuoi baci
color del cielo
il limpido pensiero
e di te m’incanto
amor mio
centellino istanti
mi approprio del tempo
affinché eterno resti
l’incanto

Maristella Angeli

Published in: on settembre 11, 2013 at 07:00  Comments (18)  

Un lungo cammino (visioni)

.
Erravo
coperta da un pesante
mantello grigio
in una campagna antica.
Vidi
spade abbaglianti
trapassarmi ripetutamente
ma senza dolore.
Mi trovai piccola
accanto al babbo
sotto un ombrello d’incerato.
Lo guardavo
col naso all’insù
beandomi del profumo
della terra bagnata.
Camminavo poi
sorridendo
sotto un pergolato
di foglie rosse e gialle
che riverberavano oro.
Tenevo
un cestino di uova
fra le mani
mentre piume bianche
svolazzavano intorno
al mio sé Superiore.
.
Graziella Cappelli
Published in: on settembre 11, 2013 at 06:59  Comments (14)