Ultimo desiderio

Ho un solo desiderio,

Nel silenzio della notte

Lasciatemi morire

Al margine del mare.

Un sonno dolce avrò,

Il bosco vicino

Sulle distese acque

Mi sia il cielo sereno.

Non voglio bandiere,

Nè una bara ricca,

Fatemi solo un letto

Di teneri ramicelli.

Nessuno dietro deve piangere,

Solo l’autunno deve dare voce

Alle foglie morte

Che con rumore cadono.

Il fiumicello scorre,

Scivola anche la luna,

Dentro gli aghi dell’abete

Sopra, il tiglio santo

Fa tremare i rami.

Quando non sarò piu vagabondo,

Da allora in poi

Mi accarezzeranno con amore

pensieri lontani.

Stelle che scorgono

Dall’ombra del cedro,

Essendomi amiche

Mi sorridono ancora.

Piange dal dolore

Il canto del mare.

Che io sarò polvere…

Nella mia solitudine.

 

MIHAI EMINESCU

Published in: on dicembre 13, 2019 at 07:47  Lascia un commento  

Dicembre

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Che poi siamo passati di qua
lo dirà il tempo
il miele nelle orecchie che arriverà, notturno
sentendo il mare farsi capriccio.
Poche cose, parole come fossero alberi
la storia, di due strappati via dalla scuola come foglie.
Desiderosi farsi dei viaggi fino al treno
al limite dell’acqua che bagna l’Asia e il cielo.
Di tutto questo scrivere lento e appassionato
vi rimarrà il ramarro alle vigne, il sole a picco
quel cencio unito su a quattro nodi e messo in testa
che la faceva Dea tra i mortali. Vostra madre
pulita come son cento rose e un calicanto
bambina nel sorreggervi il gioco, fine amante
durante il corpo elettrico e bruno.
Qui ora stiamo.
Per raccontare di cattedrali fatte a rami
di giochi che voialtri forse non conoscete
di strade e di città là a venire. E poi d’incanto
al pianto della vita che ha male al suo respiro:
il primo che v’ha messo del fuoco, e ali ai piedi.

Massimo Botturi

per Alice e Davide, nati entrambi a dicembre

Published in: on dicembre 13, 2019 at 07:19  Lascia un commento  

Tempi di carestia

TEMPI DE CARESTIA

E magna ti
che magno anca mi,
a forsa de magnar
no è restà pì gnente
da far fora.
Adesso i governanti
i sèita a strolegar
per narghe en cao
ma dopo, en conclusion
l’è sempre pèso.
Sa gh’è da far alora?
Borbota el galantom:
bisognarà magnarse
la parola.

§

E mangia tu 
che mangio anch’io,
a forza di mangiare
non è rimasto più niente
da far fuori.
Adesso i governanti
continuano a darsi da fare
per venirne a capo
ma dopo, in conclusione
è sempre peggio,
Cosa bisogna fare allora?
Farfuglia il galantuomo:
bisognerà mangiarsi 
la parola.

Bruno Castelletti

Published in: on dicembre 13, 2019 at 07:11  Lascia un commento