Buon Natale?

Natale brilla di luci accecanti,

tanto accecanti da renderci ciechi,

sparapanzati come dei trichechi

al sole, sordi alle grida imploranti

 

delle troppe prede di lestofanti

e d’individui infidi come gechi

che con i loro propositi biechi

sono ahimè dei Paesi i governanti.

 

Il senso comune ha perso il Natale,

viviamo in un edonismo sfrenato,

il vuoto interiore è cosa normale,

 

l’indifferenza per l’altrui stato

fa sembrare del tutto naturale

un mondo socialmente devastato.

 

Umberto Marinello

Published in: on dicembre 27, 2019 at 07:33  Lascia un commento  

Se non è noia è amore

Se non è noia è amore. L’intero mondo carpiva da me i suoi
sensi cari. Se per la notte che mi porta il tuo oblio
io dimentico di frenarmi, se per le tua evanescenti braccia
io cerco un’altra foresta, un parco, o una avventura : –
se per le strade che conducono al paradiso io perdo la
tua bellezza: se per i canili ed i vescovadi del prato
della grande città io cerco la tua ombra : – se per tutto
questo io cerco ancora e ancora : – non è per la tua fierezza,
non è per la mia povertà : – è per il tuo sorriso obliquo
è per la tua maniera di amare. Entro della grande città
cadevano oblique ancora e ancora le maniere di amare
le delusioni amare.

AMELIA ROSSELLI

Published in: on dicembre 27, 2019 at 06:58  Lascia un commento  

Acqua alta a Venezia

Tra le calli di Venezia, invase dall’alta marea

urto la folla che non vedo – trasparente indifferente. 

Indossando stivali di nuvola adamantina

trasmigro da un marciapiede inesistente

evitando una pozzanghera e una gondola made in China.

(L’ombra della solitudine mi segue)

Nelle vetrine i vetri di Murano, dall’artigiano

sapientemente soffiati gridano

la loro indifesa fragilità – la stessa mia emotiva.

Mi soffermo assorta, un’altra me furtiva

sbircia da un antico specchio.  Osservo entusiasta

il mio cuore lì riflesso, che mai avevo visto prima

Lo tenevo in tasca e basta.

(L’ombra della solitudine si scosta)

Se scivolassi su pozze salmastre

s’infrangerebbe come cristallo.

Non mi ero mai accorta quanto

vulnerabile fosse quell’oggetto scordato 

nel vecchio impermeabile sdrucito.

(L’ombra della solitudine si allontana)

Entro nella bottega e chiedo all’artigiano:

“Potrebbe indicarmi il valore 

di questo mio reperto antico?

A suo vedere xèlo ancora bòn?” 

L’artigiano sorride mentre lo ripone

con garbo in uno scrigno di velluto 

“El me piase siora. El compro mi, 

se no’l ghe despiase.”

D’improvviso l’acqua alta si ritira 

e una rosea pennellata 

colora -così ai miei occhi pare – 

uno dei più bei tramonti veneziani.

(E la solitudine definitivamente scompare)

 

Danila Oppio

Published in: on dicembre 27, 2019 at 06:52  Comments (2)