Debole forza

Devo lavarmi da alcuni segreti
sconnessi dai miei sogni perdenti.
                                           Percezioni lente
che aumentano in color pastello
                                          fino a sbiadirsi
spegnendo forze 
per cui ho combattuto per anni,
                                          per non annoiarmi
nella cafona ingiustizia ribelle.
C’è quel dio a ripararmi 
da brutture cicatrizzate
sotto folti ombrelli di nuvole;
in profonde pozzanghere
                                    affogo 
i miei distillati mentali
che chimicamente 
                              mai darà ragione
ad ogni singolo battito 
del mio cuore 
ancora vivo.

Glò

Published in: on novembre 30, 2019 at 07:11  Lascia un commento  

L’autunno

Come una miniera inesplorata
giace il favoloso tesoro
del tempo;
e i pingui soli d’autunno
rigurgitano come forzieri
di gioie non possedute.
Le stagioni come la musica
propongono temi inesausti.
Sazi i giorni defunti
lasciano un’eredità intatta
che non possiamo dilapidare.

LALLA ROMANO

Published in: on novembre 30, 2019 at 07:07  Lascia un commento  

Squilibri

Squilibri vari
si alternano in noi,
quanto amore ancora c’è
nelle mani giunte
dal petto alle stelle.

Maria Attanasio

Published in: on novembre 30, 2019 at 07:03  Lascia un commento  

Augurio

Splende al sol del viburno la nivea palla
piumosa soffice leggera sopra vi danza
con delicato quella a sfiorar suo volo
una farfalla dolci quei colori variopinta
e questa vision induce a un sentimento
or che tu oggi alla vita cara bimba mia
ti schiudi questo del vecchio nonno tuo
l’augurio suo: leggeri dolci siano sempre
e non velati di nero i tuoi pensieri, voli
poi la tua fantasia in un mondo variopinto
di sogni fate turchine di gnomi e di colori!

Giuseppe Gianpaolo Casarini

Published in: on novembre 29, 2019 at 07:00  Comments (1)  

Crepuscolo a febbraio

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I stood beside a hill
Smooth with new-laid snow,
A single star looked out
From the cold evening glow.

There was no other creature
That saw what I could see–
I stood and watched the evening star
As long as it watched me.

§

Ero sulla collina accarezzata
dalla pallida breve nevicata.
Solitaria una stella mi guardava
nella sera che gelida brillava.
Altra creatura a parte me non v’era
che vedesse quel che vedo io.
Contemplai la mia stella nella sera,
finchè il suo sguardo s’incontrò col mio.

SARA TREVOR TEASDALE

Published in: on novembre 29, 2019 at 06:58  Lascia un commento  

La pignata

La pignata oramai solo è un arredo
tace e più non borbotta sul carbone
quando mia zia con cura e dedizione
al caminetto acceso cucinava
i fasuli, li ciceri e la fava.

Non mai sul fuoco, 
ma al bordo della brace
al riverbero ardente della fiamma
che scoppiettava nei vecchi camini,
centro d’un benessere diffuso
che oggi s’è perso coi legumi pronti
sugli scaffali dei supermercati.

Quelle delizie a volte ho ritrovate
in qualche vecchia osteria del mezzogiorno,
piatti essenziali con cura preparati,
con aromi genuini mescolati,
sapori antichi mai dimenticati.

La nostalgia a volte poi t’assale
rivedendo certi utensili scordati
d’un mondo di fatiche non pagate
alleggerite da un pasteggiar frugale
di pasta e fagioli e cotiche lessate
con un bicchiere di rosso accompagnate.

Salvatore Armando Santoro

Published in: on novembre 29, 2019 at 06:54  Lascia un commento  

Ghigno diventa

il sorriso di chi
non ci crede
sorride per ferire
o per deridere chi
sorride con grazia
non illumina chi 
cieco non vede
e non si vede…
Angolo di bocca
tirato strappato
per sentire ancora
a cosa può servire
si può immaginare
quando si socchiudono
gli occhi per svagare
l’animo in crociere
nei mari tropicali…
Ma l’occhio cieco
dimentica il sognare
a occhi aperti perde
nella mente il bello
e perisce al buio
assente l’illusione
è incubo notturno…
Di soprassalto
sveglia la notte
timore di soffocare
nessuno può sentire
nessun sorriso
solamente un grido
fa sentirlo vivo…

Antonietta Ursitti

Published in: on novembre 28, 2019 at 07:48  Comments (3)  

Fumo di sogni

Il mio cuore 

ha un angolo segreto 

dove un qualche sogno 

che non è proprio sogno

fa sbocciare sogni 

nella stanza di fiori 

dove profumo dolce 

mi commuove.

salgo nel cielo 

a fabbricare stelle,

cadono scintille 

ci si illude

di poterle afferrare.

Questa magia del cuore 

che gioca con i versi 

toccando con le dita 

attimi di parole 

abbraccia la dolcezza 

con gli occhi chiusi, 

per paura 

del buio della luce,

lascia fumo di sogni 

nella stanza.

 

Giuseppe Stracuzzi

Published in: on novembre 28, 2019 at 07:17  Comments (3)  

Voze

Voze, che sciacqui al sole la miseria
delle tue poche case, ammonticchiate
come pecore contro l’acquazzone;
e come stipo di riposti lini
sai di spigo, di sale come rete;

– nell’ombra dei tuoi vichi zampa il gallo
presuntuoso; gioca sulla soglia
il piccolo, con dietro il buio e il freddo
della cucina dove su ramaglie
una vecchia si china ad attizzare;
sulle terrazze splende il granoturco
o rosseggia la sorba; nel coltivi
strappati all’avarizia della roccia
i muretti s’ingobbano, si sbriciola
la zolla, cresce storto e nano il fico –

in te, Voze, m’imbatto nel bambino
che fui, nel triste bimbo che cercava
in terra mele mézze per becchime
buttate, tratto dall’oscuro sangue
a mordere ai rifiuti;
nel cattivo celato dietro l’uscio
che godeva d’udirsi per la casa
chiamare da colei che lo crebbe
– e si torceva presso lui non visto,
la povera, le mani e supplicava
che s’andasse con pertiche alla gora.
Quando bevuto egli abbia ad ogni pozza
guasta,
più nessuno lo cerchi per la casa
vuota,
come in madre in te possa rifugiarsi.

Se l’occhio che restò duro per l’uomo
s’inteneriva ai volti della terra,
nella casa di allora che inchiodato
reca sull’uscio il ferro di cavallo
portafortuna,
sérbagli sopra i tetti la finestra
che beve al lapislazzulo laggiù
del mare, si disseta
alla polla perenne dell’ulivo,

Voze, soave nome che si scioglie
in bocca…

CAMILLO SBARBARO

Published in: on novembre 28, 2019 at 06:55  Lascia un commento  

Amanti

AMANTES

Se amaban. No estaban solos en la tierra;
tenían la noche, sus vísperas azules,
sus celajes.

Vivían uno en el otro, se palpaban
como dos pétalos no abiertos en el fondo
de alguna flor del aire.

Se amaban. No estaban solos a la orilla
de su primera noche.
Y era la tierra la que se amaba en ellos,
el oro nocturno de sus vueltas,
la galaxia.

Ya no tendrían dos muertes. No iban a separarse.
Desnudos, asombrados, sus cuerpos se tendían
como hileras de luces en un largo aeropuerto
donde algo iba a llegar desde muy lejos,
no demasiado tarde.

§

Si amavano. Non erano soli in terra;
avevano la notte, le loro veglie blu,
le loro nuvolaglie.

Vivevano uno nell’altro, si palpavano
come due petali non aperti nel fondo
di un fiore d’aria.

Si amavano. Non erano soli sulla sponda
della loro prima notte.
Ed era la terra quella che si amava in loro,
l’oro notturno dei loro giri,
la galassia.

Oramai non avrebbero due morti. Non si allontaneranno.
Nudi, meravigliati, i loro corpi si distendevano
come file di luci in un lungo aeroporto
dove qualcosa doveva arrivare da molto lontano,
non troppo tardi.

EUGENIO MONTEJO

Published in: on novembre 27, 2019 at 07:45  Lascia un commento