Quella redola

Il mio corpo è marchiato,
impresso indelebile,
nel disegno tuo, foggia,
che in me prende spazio
alle mie notti durando oltre,
fino alle luci abbacinanti,
quelle di giorni solitari e tristi
che non mi lasciano vedere,
ansiosi, d’attesa fiaccante,
mancando il tuo sale, vitale,
condimento di pasti sciapiti.
Penso all’aria da respirare
che intensa si frappone,
ci tiene distanti e… e…
parte l’affanno, il tormento,
di un lavoro che sa di pazzia:
scudisciarla!
Come a reciderla, io violenta,
quella fitta boscaglia, da incubo,
ottenebrante ossessiva pressione
su fulgida brama di quella redola
che senza possibile replica
mi pretende e trascina… da te.

Daniela Procida

Poesia in bici

 
Cerco in tutte le cose un suo respiro
una favilla che di nuovo illumini
e muova la mia penna a divorare
ingorda, il bianco del foglio;
ieri però me l’ha donata il mare:
schiumava, un po’ arrabbiato tra gli scogli
che lo sfiancano a un passo dalla riva;
era il mare di ottobre
senza grida di bimbi e il cicaleccio
di turisti accaldati. Solo due sposi
e più in là un peschereccio,
su nel cielo le strida dei gabbiani.
Lì nel pallido sole, sette amici,
sostiamo a ritemprarci e, sui panini
va la tensione della corsa in bici.
Di nuovo in sella, ancora c’inoltriamo
ballonzolando,  in sentieri sabbiosi
e crepitanti di aghi di pino
tra verdi sponde di fitta boscaglia
ove bacche tardive ancor rosseggiano
fin dove il bosco s’apre sulle rive
di acque palustri.
Case da pesca, reti sospese e ponti
immobili, ci vedon ritornare.
Romagna bella, alba dei miei avi
terra di ardimentosi e di poeti
or ti lasciamo per volger lo sguardo
verso il tramonto rosso e un po’ beffardo
e i quotidiani affanni, ma più lieti
d’aver intinto la penna nel tuo mare.

Viviana Santandrea

L’amore addormentato

Là reposait l’Amour, et sur sa joue en fleur
D’une pomme brillante éclatait la couleur.
Je vis, dès que j’entrai sous cet épais bocage,
Son arc et son carquois suspendus an feuillage.
Sur des monceaux de rose au calice embaumé
Il dormait. Un souris sur sa bouche formé
L’entr’ouvrait mollement, et de jeunes abeilles
Venaient cueillir le miel de ses lèvres vermeilles.

 §

Là riposava l’Amore, e sulla sua guancia in fiore

divampava il colore di una mela brillante.

Io vidi,  entrando sotto la fitta boscaglia

il suo arco e la faretra appesi al fogliame.

Dormiva su mucchi di rose dai calici profumati.

La forma di un sorriso gli apriva pigramente la bocca

e giovani api venivano a raccogliere il miele dalle sue vermiglie labbra.

ANDRÉ CHÉNIER