Poesia in bici

 
Cerco in tutte le cose un suo respiro
una favilla che di nuovo illumini
e muova la mia penna a divorare
ingorda, il bianco del foglio;
ieri però me l’ha donata il mare:
schiumava, un po’ arrabbiato tra gli scogli
che lo sfiancano a un passo dalla riva;
era il mare di ottobre
senza grida di bimbi e il cicaleccio
di turisti accaldati. Solo due sposi
e più in là un peschereccio,
su nel cielo le strida dei gabbiani.
Lì nel pallido sole, sette amici,
sostiamo a ritemprarci e, sui panini
va la tensione della corsa in bici.
Di nuovo in sella, ancora c’inoltriamo
ballonzolando,  in sentieri sabbiosi
e crepitanti di aghi di pino
tra verdi sponde di fitta boscaglia
ove bacche tardive ancor rosseggiano
fin dove il bosco s’apre sulle rive
di acque palustri.
Case da pesca, reti sospese e ponti
immobili, ci vedon ritornare.
Romagna bella, alba dei miei avi
terra di ardimentosi e di poeti
or ti lasciamo per volger lo sguardo
verso il tramonto rosso e un po’ beffardo
e i quotidiani affanni, ma più lieti
d’aver intinto la penna nel tuo mare.

Viviana Santandrea

Amaro ruvido mio Amore fine

Una cavalcata dolorosa
Senza una sella che ti nasconda
Un viaggio assetato
Che mi trascina nell’aria secca
Un vestito stracciato
Che non protegge dal vento gelido
La stanchezza a cui non potrò cedere
Per non cadere e mai più rivederti
L’unica cavalcata che farei
Ti affronterei ad ogni diffidenza
Verrei da te con ogni tua incertezza
Perché tu mi prenda – commosso
Ancora fra le tue braccia

Nicole Marchesin

Published in: on aprile 16, 2011 at 07:43  Comments (3)  
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Cavalcami senza sella

Cavalli non più imbizzarriti
non più in fuga nelle praterie
galoppano su spiagge
osservano l’Oceano
cercano le terre e le loro origini
nitriscono guardando negli occhi
cavalcami senza sella
come indiano Navajo

Maristella Angeli

Published in: on marzo 6, 2011 at 07:45  Comments (10)  
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Amaro ruvido mio Amore fine

Una cavalcata dolorosa
Senza una sella che ti nasconda
Un viaggio assetato
Che mi trascina nell’aria secca
Un vestito stracciato
Che non protegge dal vento gelido
La stanchezza a cui non potrò cedere
Per non cadere e mai più rivederti
L’unica cavalcata che farei
Ti affronterei ad ogni diffidenza
Verrei da te con ogni tua incertezza
Perché tu mi prenda – commosso
Ancora fra le tue braccia

Nicole Marchesin

Published in: on febbraio 25, 2011 at 07:27  Comments (2)  
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Roma

Roma è bugia tessuta da mani di Penelope
che nelle viuzze vestite
di sampietrini e orme reiterate di turisti
appena il giorno sorge, si scompone

Le albe li stringe nel grembo delle antiche statue
E monumenti, dal Colosseo che tiene le finestre
Sempre aperte, sino ai piccioni girovaganti
che il tempo hanno snobbato da tempo

Roma è nelle verità, celate nelle metrò assordanti
in cui passi storici annunciano le stazioni
sui pilastri sopravvissuti agli anni e secoli,
si regge come bella sposa in sella d’un cavallo

Roma ha fattezze di creta e marmo di Carrara
aristocratica, adornata di bronzo e oro
Roma è l’ottobre del mare, che l’anima
inquieta e lo riempie di verità e bugie.

Anileda Xeka