Quel tuo sguardo

Tu sai leggere i fiori
e non ti vanti.
.
Non so dove trovi l’azzurro
quando i chiodi ringhiano
e ci morde la sera
aguzza.
.
E te ne vai d’un sorriso…
A te da retta il vento,
lo annodi alle foglie pargole
e inventi musica
tra roghi di nulla.
.
Poi mi dici le mani.
.
Il mio profilo resterà
tra i tuoi occhi
e a malapena conosco
i primi versi,
l’incanto,
nella mia creta nera.

Stefano Lovecchio

Published in: on gennaio 1, 2012 at 07:24  Comments (3)  
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Proverò a fermarti amore

Lame di luce
i tuoi occhi come creta
hanno modellato
il mio sentire fragile
da indifferenza ad abbandono
e ogni tuo espirare
mi ha allontanato dalla
terra sicura
e perduto tra i flutti
del mio orgoglio in tempesta
ti ho eretto statue d’ oro
nelle piazze della mia cecità,
a te nuova padrona dell’ avvenire
signora di un arrendevole regno.
Forse ora credi davvero
di poter fuggire dal male
ma ogni tuo battito è
un grido,
perchè hai voluto crearmi?
Ogni mia parola è un anello
della catena che ti
legherà a me, inconsciamente libera
ed io, per la vita,
prigioniero.

Gian Luca Sechi

Oggi è il settantesimo giorno

 
Oggi è il settantesimo giorno
per cento giorni cercherò per te
le tue cose sepolte
nel nero del fango secco
frugherò piano
ogni paletta di terra smossa
un pensiero che mi avvicina
ogni lacrima un ricordo
per te la mia bambina
ecco la scatola con i tuoi colori
gli oggetti di creta
e le scarpine
per te la mia bambina
trenta giorni ancora scaverò
per trovare le tue cose
per sentirti ancora vicina

azzurrabianca

Published in: on luglio 16, 2011 at 07:13  Comments (18)  
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Rughe

Tu che incidi tramonti
scolpisci le strade
che il cuore ha percorso
facendo brillare tra reti sottili
verdi sorrisi di giada
impronte colorate dei giorni
notti intessute di seta
soffio di vento in respiri lontani.

Modella la creta con estro
e passione fermando per sempre
l’incanto del tempo vissuto.

astrofelia franca donà

Roma

Roma è bugia tessuta da mani di Penelope
che nelle viuzze vestite
di sampietrini e orme reiterate di turisti
appena il giorno sorge, si scompone

Le albe li stringe nel grembo delle antiche statue
E monumenti, dal Colosseo che tiene le finestre
Sempre aperte, sino ai piccioni girovaganti
che il tempo hanno snobbato da tempo

Roma è nelle verità, celate nelle metrò assordanti
in cui passi storici annunciano le stazioni
sui pilastri sopravvissuti agli anni e secoli,
si regge come bella sposa in sella d’un cavallo

Roma ha fattezze di creta e marmo di Carrara
aristocratica, adornata di bronzo e oro
Roma è l’ottobre del mare, che l’anima
inquieta e lo riempie di verità e bugie.

Anileda Xeka

Hellas

In questa vergine luce sulla terra
qui, tra le rare salite
ho visto Rodi
i suoi roseti a tiro di mare;
i volti scuri, spaccati come creta che ha sete
delle donne
che scuotono le piante di olive
bocca chiusa,
che non le mangi il vento
ferendole alle stanze.
Ho visto la sua spada spaccare in due la Luna
come le angurie in campi senz’ombra
e in pezzi d’oro, costringere la noia dei tetti.
I cani ancora, dormiti intorno a case di pecora
lontano, la nuvola dei fritti del porto;
alcuni andare
su dita d’acqua dura e lasciva
il tuo tremore, nel metterci la mano
come si fa col pane
nell’ultimo bicchiere del padre
a fine sera.

Massimo Botturi