Poesia in bici

 
Cerco in tutte le cose un suo respiro
una favilla che di nuovo illumini
e muova la mia penna a divorare
ingorda, il bianco del foglio;
ieri però me l’ha donata il mare:
schiumava, un po’ arrabbiato tra gli scogli
che lo sfiancano a un passo dalla riva;
era il mare di ottobre
senza grida di bimbi e il cicaleccio
di turisti accaldati. Solo due sposi
e più in là un peschereccio,
su nel cielo le strida dei gabbiani.
Lì nel pallido sole, sette amici,
sostiamo a ritemprarci e, sui panini
va la tensione della corsa in bici.
Di nuovo in sella, ancora c’inoltriamo
ballonzolando,  in sentieri sabbiosi
e crepitanti di aghi di pino
tra verdi sponde di fitta boscaglia
ove bacche tardive ancor rosseggiano
fin dove il bosco s’apre sulle rive
di acque palustri.
Case da pesca, reti sospese e ponti
immobili, ci vedon ritornare.
Romagna bella, alba dei miei avi
terra di ardimentosi e di poeti
or ti lasciamo per volger lo sguardo
verso il tramonto rosso e un po’ beffardo
e i quotidiani affanni, ma più lieti
d’aver intinto la penna nel tuo mare.

Viviana Santandrea

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6 commentiLascia un commento

  1. Che sugestiva descrizione di quel mare d’inverno ricco di fascino.Tinti

  2. Ha perfettamente ragione Tinti: è proprio una suggestiva descrizione.Paolo

  3. bellissima composizione densa di particolari crepitanti nella natura Romagnola, ciao Vivi, grazie
    aurelia

  4. Bellissima e toccante.
    Grazie
    Graziella

  5. Che bellezza quella penna intinta nel mare!
    Sandra

  6. Sembra di vedere ogni particolare che hai descritto in versi
    Bellissima
    Patrizia


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