Cambio metodo, sai?
Impavida e spavalda
tra suoni d’aria
in correnti viaggiatrici
onoro la mia difesa
perdonandomi dalle colpe
inflitte solo da me stessa.
E’ sempre così.
Mi strazio ramificata
in estensioni di pensiero
che poi diventa vita mia
in conchiglia
in tana
forse in egoismo opportuno.
Mi tocco in forme
d’energia fluente
-ora-
cospirata da galleggianti
matasse roventi
da sbucciare
poi…
nella gestualità
dello specchiarmi
mi si sgrana un corpo
di pelle rassicurata
da una nuova primavera.
Frenetico, rispettoso.
Caloroso nella freddezza
impiccato a metà
d’una negazione
da inventare…
per una nuova bugia illusoria
da raccontare.
Efficace?
No. Se la pelle lasciata
per strada non emana
quel po’ di vero
che sa fare piccola differenza
nella gestualità
d’accoglimento
del diverso
Mani
Nato con la camicia
Fortunato chi può
infilar perle nella memoria
e pavoneggiarsi di vita felice.
Fortunato chi gioisce dell’altro
ed insieme accompagna
due storie di vita.
Fortunato chi s’accosta
al diverso con occhi infantili
e curioso apprende di storie lontane.
Fortunato chi sa aspettare,
chi si accontenta, chi chiede perdono.
Fortunato chi non attende la manna.
Scenario plumbeo
(riflettendo sul tragico fatto di sangue a Firenze )
Nuvole fitte, adirate coprenti ogni spiraglio di sereno così il cielo stamani accompagna il cordoglio dello scempio in una città che mostra un giglio rosso listato a lutto piangono i cittadini tutti uniti in ferma condanna per un gesto di lucida follia frutto del germe xenofobo dell’odio razziale. Firenze ha un cuore grande color arcobaleno lo sento palpitare lo vivo ogni giorno ma un gesto così premeditato e feroce colpisce in pieno petto più di una fucilata senza una possibile ragione, indietro non si torna due vite sono spezzate, s’ammanta di dolore e di commossa solidarietà la via dell’integrazione; se il seme della discordia impera se si addita il diverso come nemico ecco che ritorna lo spettro del razzismo ad oscurare la mente, ad armare di morte la mano a fare di un esaltato estremista “esecrabile eroe”. Resto in silenzio adesso mi stringo ai fratelli senegalesi in solidale, muto pianto che oggi è un giorno di vergogna per l’umanità tutta.