La luna è un fermacapelli

 
La luna è un fermacapelli e il mondo gira,
.
sulla strada
è una battaglia
di vetri
.
inutili rossetti
si increspano
sui volti
.
il vento fischia
le sue canzoni
specialmente
agli ubriachi
.
il mare
è una coperta
tagliata dalle prue
dei suicidi
.
sassi di lana
colpiscono il fuoco
.
divampa la notte
l’omertà delle stelle
 
la luna è un fermacapelli e il mondo gira
la luna è un fermacapelli e il mondo gira
sono stracci
con volti da uomini
la luna è un fermacapelli
le porte delle chiese
non hanno pietà
e il mondo gira…
 
filastrocche abbruttite dalla pietra avvizzita
storie di follia, di parrucchieri gesticolanti
di teste brillantinate che suonano vuote
di party con l’obbligo di ridere
ed il divieto di sudare…
 
la luna è un fermacapelli e il mondo gira
la luna è un fermacapelli e il mondo gira
la luna è un fermacapelli e il mondo gira
non ne hai avuto abbastanza?

Massimo Pastore

N(7)

Qui, nel luogo dei vestiti stretti
guaine
delle nostre filastrocche esistenziali
vanno a coppie i pensieri
sul pianeta riciclo dell’azoto

appare azzurro il piano
che ci sottrae sapienza secolare
assoggettati ai sensi
in un continuo perdersi e trovarsi
ci accontentiamo di piaceri minimi
immemori dell’estasi
e trasmutiamo nei sistemi solidi
i corpi
il tempo
i numeri
effimere di tavole periodiche
pulviscoli di soli

ed ogni volta sembra di morire.

Siamo fatti di vuoto
da colmare

Cristina Bove

L’albero delle caramelle

C’era un albero
nel giardino di zucchero
tra pini e mandorli in fiore
aveva foglie di menta,
rami di liquirizia
da cui si potevano staccare
legnetti buoni da succhiare
o da mettere nel limone,
era un albero circondato
sempre da bambini e da gatti,
la sua ombra disegnava
chiome di spumiglie
e nuvole di zucchero filato,
le mamme in quel giardino
portavano cestini di pane
e le ciliegie erano tenere marmellate
da spalmare sulla mollica,
le briciole sotto l’albero
servivano agli uccelli,
ai piccoli pulcini
e ai colombi della fontana,
a Natale si ornava
di confetti rosa,
bonbon e bastoncini rossi
qualche lucina bianca,
si spolverava poi con panna
e zucchero a velo,
neve per leccar le dita,
qualche biscotto fatto a stella
e scorze d’arancia candita,
bambini di tutti i colori
l’ultimo giorno dell’anno
facevano un grande girotondo
attorno all’albero delle caramelle
di tutto il mondo,
ballavano e saltavano
cantando canzoni africane,
filastrocche in tutte le lingue,
era l’albero dolce
venuto da un seme di un paese lontano
per scartare in quel giardino
l’ora dell’infanzia più bella.

barche di carta