La luna è un fermacapelli
Tutto in una notte
Viaggio da solo
nella notte
due ubriachi
che fanno a botte
drogati si bucano la vita
forse non sanno
ma vogliono farla finita
mentre macchine
bruciano semafori rossi
di questa città
stanotte nessuno
le fermerà
un vecchio
spinge un carrello di primizie
mi sbaglio
son tutti scarti dell’immondizie
una ragazza
su un marciapiede
vende l’amore
a chi glielo chiede
l’alba è vicina
anche per oggi
la notte di loro
nessuno si accorge
Vacca
VACA
Se tendió la vaca herida;
Árboles y arroyos trepaban por sus cuernos.
Su hocico sangraba en el cielo.
Su hocico de abejas
bajo el bigote lento de la baba.
Un alarido blanco puso en pie la mañana.
Las vacas muertas y las vivas,
rubor de luz o miel de establo,
balaban con los ojos entornados.
Que se enteren las raíces
y aquel niño que afila su navaja
de que ya se pueden comer la vaca.
Arriba palidecen
luces y yugulares.
Cuatro pezuñas tiemblan en el aire.
Que se entere la luna
y esa noche de rocas amarillas:
que ya se fue la vaca de ceniza.
Que ya se fue balando
por el derribo de los cielos yertos
donde meriendan muerte los borrachos.
§
Si accovacciò la vacca ferita.
Alberi e ruscelli s’arrampicavano sulle sue corna.
Il muso sanguinava nel cielo.
Il suo muso d’api,
sotto il baffo lento della bava.
Un urlo bianco alzò la mattina.
Le vacche morte e le vive,
rossore di luce o miele di stalla,
muggivano con gli occhi socchiusi.
Lo sappiano le radici
e quel bambino che affila il suo temperino
che ormai si possono mangiare la vacca.
In alto impallidiscono
lune e giugulari.
Quattro zampe tremano nel vento.
Lo sappia la luna
e questa notte di rocce gialle:
che ormai se n’è andata la vacca di cenere.
Che se n’andò muggendo
nella rovina dei cieli rigidi
dove mangiano morte gli ubriachi.
FEDERICO GARCIA LORCA
Ti regalerò una rosa
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Cos’è mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perchè non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perchè ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio misurate le distanze
E guardate tra me e voi chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita sono vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perchè Antonio sa volare.
SIMONE CRISTICCHI