Non posso dimenticare
le favole:
esse regalavano sempre
la felicità finale.
Com’è triste la realtà
che la vita invece ci presenta!
I sogni del mattino
la sera si oscurano di ombre
e la scarna luce
delle strade del mondo
ci fa inciampare
su ciottoli sconnessi
che balbettano strani messaggi
a cui nessun cartomante
darà mai risposta credibile.
Anche la mia cenerentola
s’è invischiata in una ragnatela
appiccicosa.
Inutilmente il principe azzurro
si affannerà per liberarla
dal bozzolo in cui il ragno
l’ha imprigionata e confusa.
La nuova vita
le regalerà un destino diverso?
Il sogno
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L’albero della vita
C’è un coro che si leva da terra, io lo sento.
È un principiante ognuno che muore
va educato
va allineato al canto dei grilli
insieme al fuoco, al bozzolo che compie il suo meglio
al ramo nudo.
C’è un coro di stoviglie ordinate, prima straccio
poi sole a scolatura, due dita d’aria appena;
sulla credenza il pane
da conservare come il ricordo dei fratelli
di quelli nati appena per respirare un giorno,
per quelli andati in Francia a svestire le miniere.
C’è un coro che riempie le stanze, io lo sento.
Fa instupidire ogni lenzuolo sotto il ferro
è il raschio del pitale sul pavimento crudo.
C’è un coro di stenelle nella bottiglia d’acqua
nel fondo mezzo asciutto di un pozzo
quando è notte, ed ogni bocca è aperta per misurare l’aria
per scrivere spartiti sui fili del bucato
sulle ringhiere, e i molli disegni del pigiama.
C’è un coro che perdona il dolore agli orologi
la malattia del sonno e dei desideri buoni,
in fondo cose semplici: arance, dei confetti
le scarpe nuove lucide e secche.
Si, c’è un coro.
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Se potessi
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Farfalla
Timida crisalide
filo di seta spezzi
cordone ombelicale
dal bozzolo sorgi
spiegando ali di velluto
dipinte d’oro e turchesi
spicchi il volo
in piroette di sogni …
poche ore valgono
il tempo d’eternità.
astrofelia franca donà
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Dal mio presente informe
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Dal mio presente informe dal multiforme passato mi rapisce e mi porta indietro ad un prima che non conosco + lungo un percorso mi conduce attraversiamo + un caldo di umori e di mani corpi che confondono i tempi il cielo e la terra racchiusi in un bozzolo di sospiri – ha parole incandescenti di bellezza primitiva + crude da caverna + sono macigni sulle piume + leggere del sogno + Spaccano le montagne rompono gli argini del fiume più mi dà il suo rude più sgorga il mio miele il suono della sua voce si fa scuro il tono deciso urgente disperde la mia mente mi tiene fra le braccia mi allaccia al desiderio sospende il mio respiro lassù su su in cima fino al grido – poi mi appoggio al nido del suo petto sono nata adesso è calda la sua carezza sul mio viso
azzurrabianca
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Tra l’umido odore del bosco
Tra l’umido odore del bosco
e i colori intessuti d’autunno
e il gorgogliare sommesso
d’un ruscello di pace
ho lasciato promesse
di felicità
cadute da sbuffi di nuvole paffute
gonfie di leggerezza.
Tu eri la pupa in bozzolo d’amore
lontano da ogni frastuono:
purezza del volo d’una farfalla.
Rimane il battito d’ali
nella carezza del vento.
Dedicata a Lisa
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