Il sogno

Non posso dimenticare
le favole:
esse regalavano sempre
la felicità finale.
Com’è triste la realtà
che la vita invece ci presenta!
I sogni del mattino
la sera si oscurano di ombre
e la scarna luce
delle strade del mondo
ci fa inciampare
su ciottoli sconnessi
che balbettano strani messaggi
a cui nessun cartomante
darà mai risposta credibile.
Anche la mia cenerentola
s’è invischiata in una ragnatela
appiccicosa.
Inutilmente il principe azzurro
si affannerà per liberarla
dal bozzolo in cui il ragno
l’ha imprigionata e confusa.
La nuova vita
le regalerà un destino diverso?

Salvatore Armando Santoro

L’albero della vita

C’è un coro che si leva da terra, io lo sento.
È un principiante ognuno che muore
va educato
va allineato al canto dei grilli
insieme al fuoco, al bozzolo che compie il suo meglio
al ramo nudo.
C’è un coro di stoviglie ordinate, prima straccio
poi sole a scolatura, due dita d’aria appena;
sulla credenza il pane
da conservare come il ricordo dei fratelli
di quelli nati appena per respirare un giorno,
per quelli andati in Francia a svestire le miniere.
C’è un coro che riempie le stanze, io lo sento.
Fa instupidire ogni lenzuolo sotto il ferro
è il raschio del pitale sul pavimento crudo.
C’è un coro di stenelle nella bottiglia d’acqua
nel fondo mezzo asciutto di un pozzo
quando è notte, ed ogni bocca è aperta per misurare l’aria
per scrivere spartiti sui fili del bucato
sulle ringhiere, e i molli disegni del pigiama.
C’è un coro che perdona il dolore agli orologi
la malattia del sonno e dei desideri buoni,
in fondo cose semplici: arance, dei confetti
le scarpe nuove lucide e secche.
Si, c’è un coro.

Massimo Botturi

Se potessi

 
Se potessi scegliere, uscirei
da questo bozzolo di silenzio
e parole sonnambule
s’alzerebbero in volo,
libere, multicolori.
Non più lacrime e dolore 
da questo male oscuro 
che m’allontana da tutti,
mai più avvolta in questa ragnatela
che sminuisce, spegne i sorrisi,
attanaglia il cuore.
Fuggirei lontana da questo tormento
che avviluppa e implacabile dilania, 
opprime, toglie il respiro.
Lontana dai giudizi di chi addita 
chiamandomi – pazza –
e non può capire…
che ho solo bisogno d’amore
Patrizia Mezzogori

Farfalla

Timida crisalide
filo di seta spezzi
cordone ombelicale
dal bozzolo sorgi
spiegando ali di velluto
dipinte d’oro e turchesi
spicchi il volo
in piroette di sogni …
poche ore valgono
il tempo d’eternità.

astrofelia franca donà

Published in: on febbraio 21, 2011 at 06:50  Comments (8)  
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Dal mio presente informe


Dal mio presente informe
dal multiforme passato
mi rapisce e mi porta
indietro ad un prima che non conosco
+ lungo un percorso mi conduce
attraversiamo +
un caldo di umori e di mani
corpi che confondono i tempi
il cielo e la terra racchiusi
in un bozzolo di sospiri
ha parole incandescenti
di bellezza primitiva
+ crude da caverna +
sono macigni sulle piume
+ leggere del sogno +
Spaccano le montagne
rompono gli argini del fiume
più mi dà il suo rude
più sgorga il mio miele
il suono della sua voce si fa scuro
il tono deciso urgente
disperde la mia mente
mi tiene fra le braccia
mi allaccia al desiderio
sospende il mio respiro
lassù su su in cima
fino al grido
poi mi appoggio al nido del suo petto
sono nata adesso
è calda la sua carezza sul mio viso

azzurrabianca

Tra l’umido odore del bosco

Tra l’umido odore del bosco
e i colori intessuti d’autunno
e il gorgogliare sommesso
d’un ruscello di pace
ho lasciato promesse
di felicità
cadute da sbuffi di nuvole paffute
gonfie di leggerezza.
Tu eri la pupa in bozzolo d’amore
lontano da ogni frastuono:
purezza del volo d’una farfalla.
Rimane il battito d’ali
nella carezza del vento.

Armando Bettozzi

Dedicata a Lisa