Freddo come la minestra del giorno prima

Zoppo

Freddo come la minestra del giorno prima

amaro più di un’attesa vana

continuo come le ore vecchie

è questo viaggio

Zoppo – bambino – e di vento

 

Anna Zucchini

Published in: on novembre 24, 2015 at 07:41  Comments (3)  

Arrivederci Roma

I platani piangono sul lungotevere.
I saluti si sciolgono nell’aria
dolce della sera coi ricordi
affastellati come stampe del Pinelli.

Piangono i platani sul lungotevere
ma non necessariamente
escrementi di storni.

Nella corrente molle
scivola il Tevere a mare
incontrando comunque
nuove avventure
e nuove visioni di castelli e di angeli
di fagiani in calura
e di anse improvvise
ma piene di canne.

Arrivederci Roma,
i platani piangono sul lungotevere,
salutano brividi di desideri,
e lunghe file di sconosciuti
alla Cappella Sistina.

I sanpietrini restano a guardare
il prossimo venuto.
.
Lorenzo Poggi

Published in: on novembre 24, 2015 at 07:35  Comments (3)  

Il dolore

Il dolore è un postino grigio, silenzioso,
col viso asciutto, gli occhi d’un azzurro chiaro,
dalle sue spalle fragili pende
la borsa, il vestito è scuro e consumato.
Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timidamente sguscia
di strada in strada, si stringe ai muri
delle case, sparisce in un portone.
Poi bussa. E ha una lettera per te.

ATTILA JÓZSEF

Published in: on novembre 24, 2015 at 07:25  Comments (2)  

Anima infinita

Pallore

spettro di luce

nitido biancore

eppure percettivo

stridore

d’eterno contrasto

di lotte e prove costanti

di teoremi e deduzioni

di continuo e vuoto annaspar

della cieca mente.

E l’anima assorbe

come spugna eterea

sostanza di sogno

memorie d’azioni

desideri realizzati

e appena sfiorati

pensieri inglobati

nella notte del tempo

ritagli d’ombre sottili

coacervo di buio di pece

e vampe di luce altissima

fino a diventare essa stessa

certezza di quel dolce Infinito

nel quale vogliamo e bramiamo

lasciar annegare

ogni stupido moto

ogni lacera fibra

della nostra effimera vita.

E’ forse illusione credere

di tornare a sfogliare

l’antologia eterna dell’Universo?

 

Roberta Bagnoli

Published in: on novembre 24, 2015 at 06:52  Comments (2)  

Giocare a Dio

Non so ancora

se tutti insieme formassimo il corpo di Dio

e non ho ancora capito di quale Dio parliate

se ebreo, musulmano, cristiano o metropolitano.

E, sinceramente credo che Dio non si occupi più

di questi… giochi.

Ha dato l’input, lasciandoci il libero arbitrio

siamo cresciuti, diventati grandi e forse…. perduti.

Ma una cosa la so:

che la libertà di ognuno finisce là, dove

comincia quella dell’altro, nel rispetto

delle diversità, delle culture, dei credi.

Nel rispetto della vita. La vita è sacralità

per sua natura, la vita non muore mai;

si trasforma, muta, cambia, e noi viviamo

in lei per tutto il tempo, infinitamente.

Quindi, toglierla o donarla è quasi, giocare a Dio.

.

Il Passero

Published in: on novembre 24, 2015 at 05:33  Comments (9)