Abbi cura

CHERISH

From the window I see her bend to the roses
holding close to the bloom so as not to
prick her fingers. With the other hand she clips, pauses and
clips, more alone in the world
than I had known. She won’t
look up, not now. She’s alone
with roses and with something else I can only think, not
say. I know the names of those bushes

given for our late wedding: Love, Honor, Cherish–
this last the rose she holds out to me suddenly, having
entered the house between glances. I press
my nose to it, draw the sweetness in, let it cling–scent
of promise, of treasure. My hand on her wrist to bring her close,
her eyes green as river-moss. Saying it then, against
what comes: wife, while I can, while my breath, each hurried petal
can still find her.

§

Dalla finestra la vedo chinarsi sulle rose
reggendole vicino al fiore per non
pungersi le dita. Con l’altra mano taglia, si ferma e
poi taglia ancora, più sola al mondo
di quanto mi sia mai reso conto. Non alzerà
lo sguardo, non subito. È sola
con le rose e con qualcosa che riesco solo a pensare, ma non
a dire. So bene come si chiamano quei cespugli
regalatici per le nostre nozze tardive: Ama, Onora e Abbi Cura…
è quest’ultima la rosa che all’improvviso mi porge, dopo
essere entrata in casa tra uno sguardo e l’altro. Ci affondo
il naso, ne aspiro la dolcezza, lascio che mi s’attacchi addosso – profumo
di promessa, di tesoro. Le prendo il polso perché mi venga più vicina,
i suoi occhi verdi come muschio di fiume. E poi la chiamo, contro
quel che avverrà: moglie, finché posso, finché il mio respiro, un petalo
affannato dietro l’altro, riesce ancora a raggiungerla.

RAYMOND CARVER

Published in: on aprile 20, 2017 at 07:31  Comments (7)  

Mi accosto al fiore

chiuso nei petali
molli s’increspano
al soffio del vento
spazza veloce
la farfalla scaccia…
Impietrita sul dorso
del cardo le ali
chiuse non vola
attende il ritorno
del vento
che sia generoso
a liberarla…

Antonietta Ursitti

Published in: on aprile 20, 2017 at 07:26  Comments (3)  

Il debosciato

Ha celato la sua anima immonda

Sotto un grande tappeto di menzogne

Similmente a grigia polvere sparsa

O delle pantegane le carogne

Ha fatto finta d’esser uomo probo

Conoscendo i suoi loschi atti infami

Nel farsi beffe della moglie e amanti

Lo potresti comparar a certi briganti.

Cercando di sfuggir da duro alterco

Si maschera a marito affettuoso

Certo di lui un cane è più devoto

Mentr’egli semina schifoso sterco.

Se lo s’incontra lungh’il suo cammino

Appar onestissimo cittadino

Però sotto il berretto ben calzato

Nasconde la mente d’un debosciato.

 

Danila Oppio

Published in: on aprile 20, 2017 at 07:21  Comments (5)  

Megalomane

Costretto in una vita piatta,

dove è nonsenso l’umiltà,

eleggi il cinismo a religione

e, in esaltante ascesi tutta tua,

oltraggi l’altrui fragilità.

Ti fai ipocrita, bugiardo,

ragno nell’ombra tessi la tela

di una brillante vita parallela.

Adori queste tue capacità;

menti, raggiri e poi tradisci

l’amicizia, così come gli affetti,

con falsa dolcezza tratti l’amore

solo per affermar la tua grandezza.

Vita nascosta in cui tu sei speciale,

spregiudicato, altero, superiore,

non hai sensi di colpa nel fiaccare

le vittime del tuo perverso gioco

per goder della loro umiliazione.

Il tuo vivere è una continua fuga

dalla coscienza, dalla verità…

Gli altri? Solo riflessi in uno specchio

di una realtà di cui tu non fai parte;

manipolarli è l’unica tua arte.

 

Alberto Baroni

Published in: on aprile 20, 2017 at 07:06  Comments (12)