L’allodola

Nel mio giardino
l’alba filtra tra gli alberi scarni;
le ultime chiazze di neve
dipinge d’un roseo appassito
e smuove le gocce
che scivolano lente
lungo il sentiero
che bacia le sponde del Lys.
Già un tempo,
il vate che a Bolgheri
parlò coi cipressi,
tra queste vallate si perse.
E il suo canto
raccolse il fiume impetuoso
e racchiuse tra gli orridi di Guillemore
scavati tra i monti
nel lungo suo andare.
E un’allodola il verso riprese
e trasmise nel tempo
alla nuova progenie.
E al mattino il gorgheggio ripete
le parole apprese a memoria
e trasmette, da un ramo
d’un vecchio abete arroccato nel bosco,
melodie che sol io
ancora riesco a sentire, e capire,
e su un foglio di carta archiviare.

Salvatore Armando Santoro

Viaggiare

Lo sai amare è come viaggiare,
è scoprirti giorno dopo giorno.

Viaggiare è vagare sul tuo corpo,
adorare le tue mani, baciare il tuo infinito.

Viaggiare è sentire scorrere
il tuo fiume di lava,
che sgorga dal tuo vulcano.

Viaggiare è scalare le tue montagne,
percorrere le tue pianure.
le tue vallate dolci e tenere.

Si amare è viaggiare nei mondi
che nascondono le tue e le mie
emozioni

Viaggiare è sfinirsi di nuovi tramonti,
Di nuove albe.

Viaggiare è amare

Marcello Plavier

Published in: on ottobre 4, 2011 at 07:12  Comments (5)  
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Ecco viene la sera

imbrunano i prati solitari,
le greggi si avviano al loro riposo
attraverso sentieri misteriosi.

Un raggio di sole illumina l’infinito.
L’oceano s’accende di rubini
e coralli, mentre le tue labbra, tumide.
s’avvicinano, dolci e vibranti,
donandomi calde sorsate di emozioni.

La notte copre, rapidamente,
l’immensa prateria,
i fiori reclinano il capo
in attesa della luce del mattino
che inonderà il mondo.

Allora i tuoi occhi fisseranno i miei,
iniziando una danza
di sguardi teneri e desiosi.
L’erba rorida di rugiada, si protenderà,
in attesa delle bianche greggi.

E noi veleggeremo, allora,
sulla cresta delle onde che la luce diffonde.
Attraverseremo vallate, montagne e oceani,
per raggiungere il nostro futuro,
il nostro destino, ricco di messi.

Marcello Plavier

Mal d’Africa

 
Pupille curiose offro all’universo
ignaro dei sogni di un bimbo
che da troppo tempo ha perso l’aquilone.
Continuo a scrivere non so fare altro,
la penna come lama sottile
scava rivoli di fresca acqua
fra le vallate inaccessibili del cuore.
Torna prepotente l’alba
a sussurrarmi in faccia la nostalgia di te,
sottile e impercettibile come il mal d’Africa.

Roberta Bagnoli

Published in: on Maggio 19, 2011 at 06:52  Comments (13)  
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Nel vento


Nel vento ascolterò
il respiro del tempo
clessidre in volo
i tuoi baci si poseranno
all’alba come passeri affamati
non ci sarà tempo per l’attesa
si schiuderanno le uova
Pasqua arriverà radiosa
avremo panieri di pensieri
doni e fiori
germogli di luce
ed un calamaio immenso
come il cielo
dove immergere il nostro cuore
ancora aperto e soffice
saremo liberi nei volteggi
come rondini garrule
di melodia e luce.
Risuoneranno nelle vallate
rintocchi alti di giubilo
placheranno l’ansia e la sete
correremo per mano
scalzi lungo i pendii
avremo un tappeto verde
dove riposare
mi sosterranno le tue braccia
ed io regalerò narcisi di sorrisi
a chi si troverà
fedele amico al mio fianco
i tuoi li ho già racchiusi
nel forziere dell’anima
come dolce tesoro
più prezioso dell’oro.

Roberta Bagnoli