Canto di Natale (a modo mio)

Ho mani e gambe doloranti
A forza di buttar giù Babbo Natale dai balconi
Per liberarli dal vischio e dalla transumanza
Dall’allegoria di canti e stelle inutili
All’evento
E pure il gelo contro
Ché  è notte fonda e mi si ghiaccia l’avvenire
Ed il sorriso stentato.
Eppure corrono i pensieri in cerca di un senso
Della spiegazione al perché per tradizione
Ci si debba indebitare fino al prossimo Natale
Al fine ultimo e non solo di dare a tutti
Un regalo da scartare la tavola imbandita
E un cuore nuovo ma non vero.

Però negli occhi scuri dei ragazzi neri
Fermi agli angoli delle strade in cerca
Del prossimo schiavista che gli dia lavoro
Giornaliero e l’illusione di essere parte del mondo
C’è il gelo del passato che non tollera presente
Né futuro e nelle orecchie non hanno canti
Né cori di angeli celesti
Ma come stalattiti di gelo
Oppure le onde increspate del mare burrascoso
E la dolcezza della laguna innevata
Nemmeno li sfiora.

Che la speranza non sia neve
Che il vento non porti solo passioni passeggere
Che i treni veloci arrivino in stazione
Che gli uomini possano tornare dal lavoro stanchi ma vivi
Che i sorrisi non siano falsi e le ferite già guarite
E le spalle coperte i piedi caldi
E le mani libere da ogni tremore, per tutti.

Maria Attanasio

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9 commentiLascia un commento

  1. La sento così mia nelle vene che posso solo dire “Grazie Maria”.Tinti

  2. Che non siano solo i buoni proposti sotto l’albero, vero? Questo vuoi dire e concordo appieno.
    Sandra

  3. La tradizione avvolge nella sua corsa i sentimenti di carità e di amore
    e spesso trasforma l’albero di Natale in in albero della cuccagna.

    Auguri sinceri di buon Natale
    Giuseppe

  4. Cara Maria le tue speranze sono le mie, sono, ne sono certo, quelle di tutti coloro che frequentano questo bellissimo sito. Hai messo rabbia e amore in questa tua bella poesia. Condivido tutto. Un caro saluto e speriamo che l’anno che sta arrivando veda almeno il miglioramento di questa indegna situazione. Piero

  5. “Che i sorrisi non siano falsi e le ferite già guarite”

    Il tuo “modo” di far poesia mi piace sempre più, cara Maria, Ancora auguri, ciao
    aurelia

  6. grazie a tutti ed auguri.
    maria

  7. non deludi mai carissima

  8. Cara Maria,ponderosa poesia.Con maiuscole ad ogni verso.
    Ma è sempre il lato peggiore della situazione!
    Il Natale degli Ultimi attanagliano il cuore a tutti. Giustamente ce lo ricordi, puntuale. Meglio l’Apocalisse. Noi (almeno il sottoscritto) siamo
    TUTTI sensibilissimi a questi strazi che sono sotto gli occhi di tutti.
    Cosa fare, oltre che piangere e pregare? Volontariato.
    Presso gli ospizi, i barboni, gli sfruttati (in Italia)
    ed a quello che chiamiamo sempre Terzo Mondo.
    Tu lo fai con la tua denuncia e la tua bella poesia.
    Ma non basta. Gli Auguri, a questo punto, sono inutili.
    paolo

  9. L’umanità non ha bisogno solamente di buoni propositi, ma anche di fatti veri e concreti. Splendida
    Patrizia


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