Nascemmo
forse
come corpuscoli,
scissi,
chissà,
dall’ipotizzabile
infinità
di punti fusi
in spazio
tempo
materia,
prodigiosa
dominante
aggregazione
sine qua
non saremmo
sine qua
…forse…
non lasceremmo
traccia alcuna.
…?!?…
La sirena
Prima di quella del gallo, stanotte
gridava una voce implorando la luce.
E questa urlava correndo e pulsava
insieme al mio cuore angosciato e dolente.
Squarciava il buio giungendo ansimante
lanciando speranza e scuotendo anche il cielo
a far la sua parte, a lenire il dolore,
pauroso e improvviso dolore pungente.
Con la speranza che ha disseminato
corre a ritroso la luce pulsante
mentre una calma benefica scende,
mentre nel cuore turbinano dubbi,
paure e speranze, impregnate di fede,
come l’aggancio ad un ultimo appiglio,
perché sia salva almeno una vita,
qui tra le cose, o su tra le stelle.
I vecchi che si ammirano nell’acqua
THE OLD MEN ADMIRING THEMSELVES IN THE WATER
I heard the old, old men say,
“Everything alters,
And one by one we drop away.”
They had hands like claws, and their knees
Were twisted like the old thorn trees
By the waters.
I heard the old, old men say,
“All that’s beautiful drifts away
Like the waters.”
§
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
« Tutto muta,
E a uno a uno noi scompariamo,
Avevano mani simili ad artigli, e le ginocchia
Contorte come i pruni antichi
Presso le acque.
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
« Tutto ciò che è bello trascorre via
Come le acque ».
WILLIAM BUTLER YEATS
Tirando le somme
Avrei voluto comprendere
una finestra più in là
oltre a quel cortile
di passi anonimi
e “buongiorno” bisbigliati
dell’anziana vicina
che stende sorrisi
e coperte colorate
O un naso più in giù
in fila con le formiche
ai piedi delle verdi pareti ,
mossi dalla brezza
[l’erba dei prati in primavera ]
e di rugiada .
Se avessi potuto, ora avrei
nei capelli
un catino di luna rovesciato
e nelle tasche
qualche centesimo
di certezza in più.
Nel ghetto della paura
Sei luna di marmo quando rifiuti sogni mirabili e ti cristallizzi in spiccioli di gelida rassegnazione. Sei sole di fuoco quando sciogli col canto sulle labbra il triste gelo e corri incontro alla vita fino a consumarti piedi e mani. Sei raggio di vento bocciolo di rugiada ansa ancora da scoprire, porto da lambire. Sei paglia da incendiare sei vino nel calice di pace sei acqua inconsumata, infinita, sapiente sei luce nel chiostro solitario sei ombra nella calura d’estate sei muro di cemento, quasi incrollabile. Sei tutto questo e ancor di più ma non sei niente se togli all’altro il diritto alla vita se neghi al fratello la speranza se ignori il rispetto ed isoli i diversi nel ghetto della tua stupida paura.