…?!?…

Nascemmo
forse
come corpuscoli,
scissi,
chissà,
dall’ipotizzabile
infinità
di punti fusi
in spazio
tempo
materia,
prodigiosa
dominante
aggregazione
sine qua
non saremmo
sine qua
…forse…
non lasceremmo
traccia alcuna.

Daniela Procida

Published in: on gennaio 24, 2011 at 07:47  Comments (2)  
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La sirena

Prima di quella del gallo, stanotte
gridava una voce implorando la luce.
E questa urlava correndo e pulsava
insieme al mio cuore angosciato e dolente.
Squarciava il buio giungendo ansimante
lanciando speranza e scuotendo anche il cielo
a far la sua parte, a lenire il dolore,
pauroso e improvviso dolore pungente.

Con la speranza che ha disseminato
corre a ritroso la luce pulsante
mentre una calma benefica scende,
mentre nel cuore turbinano dubbi,
paure e speranze, impregnate di fede,
come l’aggancio ad un ultimo appiglio,
perché sia salva almeno una vita,
qui tra le cose, o su tra le stelle.

Armando Bettozzi

Published in: on gennaio 24, 2011 at 07:43  Comments (1)  
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I vecchi che si ammirano nell’acqua

THE OLD MEN ADMIRING THEMSELVES IN THE WATER

I heard the old, old men say,

“Everything alters,

And one by one we drop away.”

They had hands like claws, and their knees

Were twisted like the old thorn trees

By the waters.

I heard the old, old men say,

“All that’s beautiful drifts away

Like the waters.”

§

Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
« Tutto muta,
E a uno a uno noi scompariamo,
Avevano mani simili ad artigli, e le ginocchia
Contorte come i pruni antichi
Presso le acque.
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
« Tutto ciò che è bello trascorre via
Come le acque ».

WILLIAM BUTLER YEATS

Published in: on gennaio 24, 2011 at 07:27  Comments (4)  
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Tirando le somme

Avrei voluto comprendere
una finestra più in là
oltre a quel cortile
di passi anonimi
e “buongiorno” bisbigliati
dell’anziana vicina
che stende sorrisi
e coperte colorate
O un naso più in giù
in fila con le formiche
ai piedi delle verdi pareti ,
mossi dalla brezza
[l’erba dei prati in primavera ]
e di rugiada .
Se avessi potuto, ora avrei
nei capelli
un catino di luna rovesciato
e nelle tasche
qualche centesimo
di certezza in più.

Anileda Xeka

Nel ghetto della paura


Sei luna di marmo
quando rifiuti sogni mirabili
e ti cristallizzi in spiccioli
di gelida rassegnazione.
Sei sole di fuoco
quando sciogli col canto
sulle labbra il triste gelo
e corri incontro alla vita
fino a consumarti piedi e mani.
Sei raggio di vento
bocciolo di rugiada
ansa ancora da scoprire,
porto da lambire.
Sei paglia da incendiare
sei vino nel calice di pace
sei acqua inconsumata,
infinita, sapiente
sei luce nel chiostro solitario
sei ombra nella calura d’estate
sei muro di cemento,
quasi incrollabile.
Sei tutto questo e ancor di più
ma non sei niente
se togli all’altro il diritto alla vita
se neghi al fratello la speranza
se ignori il rispetto
ed isoli i diversi nel ghetto
della tua stupida paura.

Roberta Bagnoli