Io non sono me

Non risiedo, no,
nei panorami che ammiro
nei suoni che ascolto,
nelle azioni che compio
non v’è il mio essere.
Nè quel che tu ami, sono,
non quel che tu vorresti sia
o quel che di me ameresti
se io fossi come vuoi.
Curo i miei pensieri,
con prudenza elaboro
concetti, dati che parlino
raccontino chi sono,
che viaggino espressi, prudenti
nell’altro che pare sia davvero,
tanto, quant’anzi io non sono.
Non riconosco miei i pensieri
quando non uditi tornano balzando
come palline magiche incolori
respinte da muri solo umani
che sanno di indifferenza.
Scelgo di non abbandonarli,
affanno allora per riaverli
che propaggini dell’anima li stimo,
ma nell’ansimo, una volta ancora,
io non sono me.

Daniela Procida

Io sono la corteccia

Io sono la corteccia
che protegge il primo anello
la linfa più fragile

non soffre la mia corteccia
le incisioni degli innamorati
non sente l’odore del piscio dei cani
non si accorge degli orsi che la squarciano
per segnare il loro territorio

Io sono riuscita
a far traboccare nel giorno
le lacrime di quelle orribili notti

Ma ora
nemmeno la fresca pioggia
o la dolce melodia della primavera
riesco a sentire sulla mia pelle

Nicole Marchesin

Profumi d’incensi e rose

Un giorno smetterò queste vesti
nuda mi presenterò a mio padre
sul suo letto di terra
e afferrando la sua mano
tornerò come al primo vagito
figlia del creato.
Musica e danze mi accompagneranno
tra profumi d’incensi
petali teneri di rose profumate
tiepide lacrime asciugate
all’angolo degli occhi.
Nessuna preghiera, né litanie
non son figlia di peccato
ma frutto dell’amore
in amore ho vissuto
per amore ho dato
e ho avuto.
Tornerò polvere
in un firmamento d’oro
scriverò sulle stelle la mia poesia
sarò carezza e sorriso
…ancora.

astrofelia franca donà

Il caos

Nella città ferita
è scoppiato il caos,
l’orda sfibrata
ribalta
da lungo stiramento
si staglia a misura di sassi…
ombre giganti feriscono
con l’arma
che sgrida le promesse
demandando
alla parte serrata
l’altra chiave
si versano istinti rappresi
si sveglia la jungla
senza guinzaglio di leggi
e greggi feriti, ma belve
possono vivere senza codici…
quelle scappate dallo zoo
guardano ammutolite
dai cantoni
la torba degli umani
senza legge.

Giuseppe Stracuzzi

Il cavallo

Il mio cavallo ha zoccoli d’agata
e garretti lievi come ali d’uccelli.
Una freccia piumata è il suo corpo,
la sua coda è una nuvola nera.
La sua criniera è di vento.
Due grandi stelle ha per occhi,
le sue orecchie sono come piante di mais,
e la sua testa è fatta d’acque impetuose
che sgorgano da sacre sorgenti.
I suoi denti sono candide conchiglie
che serrano briglie d’arcobaleno.

Quando il mio cavallo nitrisce
altri cavalli multicolori si accostano,
snelli e veloci come donnole.

Quando il mio cavallo nitrisce
io mi sento al sicuro.

CANTO NAVAJO