Vigna d’autunno

Montagne dai piedi soffusi
e capelli imbiancati
incorniciano il quadro
violetto azzurrino
della vigna sfiancata
sgravata dal peso.

Lorenzo Poggi

Published in: on gennaio 3, 2011 at 07:34  Comments (4)  
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Cara Lili

HOLDE LILI, WARST SO LANG

Holde Lili, warst so lang
All mein Lust und all mein Sang;
Bist, ach, nun mein Schmerz, und doch
All mein Sang bist du noch.

§

Cara Lili, sei stata a lungo
tutta la gioia, tutto il mio canto;
adesso, ahimè, sei tutto il mio dolore, eppure
sei tutto il mio canto ancora.

JOHANN WOLFGANG VON GOETHE

Published in: on gennaio 3, 2011 at 07:24  Comments (3)  
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Al sole d’estate


Senza quasi toccare andavano i piedi
ruzzolando quasi, per la discesa,
sassosa e sconnessa discesa rugosa
pei rivoli d’acqua di pioggia recente,
ormai disseccata dal sole d’estate.

Scendevo, e saliva, il monte, sul fianco,
tutto coperto dai verdi sfumati
ora cupi, ora chiari, cangianti e leggeri
della sua chioma lanosa e vivace,
senza riparo dal sole d’estate.

C’è l’ultima casa, e poco più in basso
il ponticello di ferro sul fosso.
I tronchi si vedono, ora, chiomati,
in mezzo agli arbusti, per questo sentiero
ch’è più polveroso, al sole d’estate.
Ecco il ruscello che scorre festoso,
gorgoglia, e qui cade formando una vasca
di puro cristallo e riprende la scesa,
e qua e là…quasi sembra brillare,
che vi si specchia il bel sole d’estate.
Ora nell’acqua un po’ fredda, e sui sassi
vanno stentando i miei piedi, inadatti.
C’è un “flop” ed un altro, di tuffi improvvisi
di raganelle appiattite sui massi
a prendere il sole, caldo, d’estate.
E su quella vasca di puro cristallo
adagio, adagio, vincendo il contrasto,
tra un pesce che guizza, e una rana affacciata,
entro e son pesce pure io, abbracciato
da mamma natura, e dal sole d’estate.

Armando Bettozzi

Mattinale


Pregare ogni mattina
poi fare opera buona
e andare a lavorare
oppure a studiare
son queste le mansioni
dei poveri coglioni
che dicon sempre sì!

“Ma è buona educazione!”
ti sbotta qui il saccente
che detto fra parentesi
è anche un maldicente.

Avanti pur di lena
… qui lascio a chi può averne voglia
di continuare più degnamente di me
che ho scritto il pezzo introduttivo
mentr’ero assai giulivo!

Sandro Sermenghi

Milano

Come uno stecco brinato è stato il viaggio.
Un duro risentire
di fiato ormai perduto.
Ma bella m’è sembrata Milano, sul finire.
Tolti i vestiti a festa, e le giovani bugie.
Ho visto su un laghetto formarsi un cielo bruno
la noia di chi pesca l’estate, ed ora impara
le sue distanze brevi e profonde.
Un’altra vita
di orti, e di infermiere attempate,
domicili, con pigne sulle porte
e le luminarie antiche.
Ho visto due parlare con solo una scialletta,
gettare bucce via da un balcone.
Fare i segni, all’ora che campane ci chiamano.
Milano. Anch’essa vecchierella e bambina
anch’essa molle.
Milano che ci muore la gente se fa freddo
che miete grano in Russia e lo scambia in Piazza Affari.
Milano che ha bandiere in soffitta
un poco umana.

Massimo Botturi