La stella più bella
Trema il cielo un vento gelido ha sottratto tutte le stelle la stanza del cuore risuona di pianto e dolore Tino, il compagno di una vita se ne è andato per sempre verso l’ignoto viaggio ad accompagnarlo la stella più bella l’amore della sua Tinti e dei suoi figli a stringerlo forte a racchiuderlo per sempre dentro il cuore.
Panem et circenses
Pioggia
stillicidio di idee di nubi
grigio per tutti, il mondo,
io
studio i démoni comprando ciondoli,
denari e spiccioli
recanti immagine dei dittatori
di turno pluri-assassini:
milioni in croce di prigionieri
ridotti in schiavi
e combattenti nel Circo Grande
rosse le arene del loro sangue;
“il vulgo langue di povertà:
panem et circenses”.
Greve
la pioggia
per tutti, il mondo,
lordo di Capi che sono
immondi,
nero di più
diventa un bòlide
e cade
piombo.
Cercansi volontari per il 2011
Ho visto quest’annuncio
sul giornale
in una bacheca vignettistica.
C’era solo questo, nessun disegno
e sono stato male.
E’ la fine.
Si è persa la voglia
di guardare oltre il muro,
i denti a sorriso
come museo delle cere,
la mente a ritroso,
il futuro bruciato
in questo vuoto presente.
Alzeremo i calici
a brindare al passato
perché davanti
non si vede più niente.
La preghiera dell’ateo
LA ORACIÓN DEL ATEO
Oye mi ruego Tú, Dios que no existes,
y en tu nada recoge estas mis quejas,
Tú que a los pobres hombres nunca dejas
sin consuelo de engaño. No resistes
a nuestro ruego y nuestro anhelo vistes.
Cuando Tú de mi mente más te alejas,
más recuerdo las plácidas consejas
con que mi ama endulzóme noches tristes.
¡Qué grande eres, mi Dios! Eres tan grande
que no eres sino Idea; es muy angosta
la realidad por mucho que se expande
para abarcarte. Sufro yo a tu costa,
Dios no existente, pues si Tú existieras
existiría yo también de veras.
§
Ascolta il mio pregare Tu, Dio che non esisti
raccogli nel tuo nulla queste mie doglianze.
Tu che ai poveri uomini nulla consenti
senza consolazione di inganno. Non resisti
alla nostra supplica e di nostra brama ti adorni.
Quando più dalla mia mente ti allontani
più ricordo i placidi racconti
con cui mi addolcì le tristi notti l’amor mio.
Quanto sei grande mio Dio! Sei tanto grande
che non sei neppure Idea, e molto angusta
è la realtà per quanto a contenerti
la si espanda. Io soffro nel tuo costato
Dio inesistente, poiché se Tu esistessi
davvero esisterei pur io.
MIGUEL DE UNAMUNO Y JUGO
Canzone dell’inverno
La mia visione è un fiore sepolto,
niente errore,
il tempo delle cose perfette ha il suo tributo
fatto di neve, ed erba infeltrita.
Così muovo
appena le maniglie d’oceano
per trovarti
piccola bolla d’aria più acerba.
Ti do baci.
Con presunzione e atti di fede,
ti do baci
sulle Venezie asciutte degli inguini,
do baci
spremuti come arance d’inverno,
sopra il nudo, che tieni come certi segreti
di nessuno.
Al confine con l’anima
Quando
al vero specchio mi rifletterò
le mie gote avranno mille anni in meno.
Saranno lisce come antica seta e timide
si scanseranno – piano – per fare spazio
agli induriti occhi che avranno, loro sì,
gli anni che io avrò!