Sonetto 22

SONNET 22

My glass shall not persuade me I am old,
So long as youth and thou are of one date;
But when in thee time’s furrows I behold,
Then look I death my days should expiate.
For all that beauty that doth cover thee
Is but the seemly raiment of my heart,
Which in thy breast doth live, as thine in me:
How can I then be elder than thou art?
O, therefore, love, be of thyself so wary
As I, not for myself, but for thee will;
Bearing thy heart, which I will keep so chary
As tender nurse her babe from faring ill.
Presume not on thy heart when mine is slain;
Thou gavest me thine, not to give back again.

§

Non mi convincerà lo specchio ch’io sia vecchio,
fin quando tu e giovinezza avrete gli stessi anni;
ma quando vedrò il tuo volto solcato dalle rughe,
allora m’aspetto che morte termini i miei giorni.
Infatti, tutto il decoro di tua bellezza
non è che luminosa veste del mio cuore
che vive nel tuo petto, come il tuo nel mio:
e allora come potrei essere di te più vecchio?
Perciò, amore mio, abbia di te gran cura,
come anch’io farò, non per me, ma per tuo bene,
custodendo il tuo cuore teneramente,
come nutrice col suo bimbo, che non gli incolga male.
Non contare sul tuo cuore quando il mio sia spento;
tu me lo donasti non per averlo indietro.

WILLIAM SHAKESPEARE

Non riesco

Svogliata-
Mente- muta
di fronte piatta evidente scorre
parole non valgono
non animano nessun sentimento
non parla la parola, non sente
ammutisce l’essere parola
s’affoga palese all”impotenza e
senza alcun motivo finisce nell’assente svogliata-mente

Rosy Giglio

Published in: on gennaio 1, 2011 at 07:22  Comments (2)  
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Natura umana

Fuggi da me che vuoi gioire
malinconia è il mio stato perenne
torna se ti sentirai di soffrire

allora non sforzerò per capirti
vedendoti solcar dal dolore
parlerò per mancar di ferirti

or di sorrisi non faccio emozione
già non suscitan altro che rabbia
certi li contan come evasione

e rinviene la frase famosa
che trovai sì tanto profonda,
vera e non proprio giocosa

un amico che soffre fa male
empatia la dice la scienza
io la chiamo natura banale

ma il difficile è l’esser contento
dell’amico quando ha fortuna
senza udir dell’invidia lamento.

Gian Luca Sechi

Buongiorno!

Sorge il sole
dipinge d’aurora
nubi sfilacciate
nell’azzurro
Sogni notturni
evaporati in cielo
speranze del nuovo giorno
che sta nascendo
Un gabbiano si posa
mi osserva curioso
poi carpisce la mia anima
e vola via …
Lontano!

Sandro Orlandi

Published in: on gennaio 1, 2011 at 07:07  Comments (4)  
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Un sogno tra le mani

Potessi un sogno tenere stretto
tra le mani.
Posar su di lui tenera carezza
per sembrar vero e palpabile
nei momenti in cui
più il cuor è scosso da nostalgica
rimembranza.
Potessi quel sogno sospingerlo
con l’ alito leggero di vento
d’un pensiero perché a lei giunga
e dolce si posi nel cuore suo
che ancora palpita e sanguina
di lontananza.
Gocce di tempo breve e felice
che s’asciugano
al sole della memoria.
Potessi renderlo infinito
quel sogno,
nella roccia dei monti, scolpirlo
con l’unghie di un amore
che ancor non è sopito
e attende paziente
come fedele cane la sua padrona,
fino a morir per amor
che più non torna.

Claudio Pompi