Non ho peccato abbastanza

Peccato2

Amo il mio mondo.

Rifugio perfetto
del mio essere maldestro.

Abbraccio la mia energia,
la poesia che mi pulsa dentro.

Annuso il profumo
della mia pelle,
maturata troppo presto
sotto i soli cocenti di torbide estati.

Seguo il fiume
che da me discende
e in fondo credo
che non ho peccato abbastanza.

Lady Rose

Published in: on ottobre 17, 2015 at 07:45  Comments (5)  

Chiacchiere lunari

Stasera parlo con te luna,
luna amica degli amanti,
ti chiedo, illuminami la via
per raggiungerla,
vorrei esserti accanto, luna
per vederla in ogni momento,

sai, luna, la sua voce è un dolce canto,
la melodia è il suo esprimere,
i suoi occhi poi, incantevoli,
mi ipnotizzano, si riempiono di me

quando si muove, pare nuoti nell’aria
il mare è il suo mondo
guardala, sirena innamorata,
si muove rasentando scogli e vulcani,
volteggia fra pesci e gabbiani,
in attesa del mio arrivare.

Grazie luna, vederla è tremare,
vederla e non affrontarla, è dolore,
vederla ed urlare in silenzio,
ti amo, è il regalo che il fato mi dona.

Marcello Plavier

Published in: on ottobre 17, 2015 at 07:40  Comments (4)  

Fatale

LO FATAL

Dichoso el arbol que es apenas sensitivo,
y más la piedra dura porque esa ya no siente,
pues no hay dolor mas grande
que el dolor de ser vivo,
ni mayor pesadumbre
que la vida consciente. Ser y no saber nada,
y ser sin rumbo cierto,
y el temor de haber sido
y un futuro terror…
y el espanto seguro de estar mañana muerto,
y luchar por la vida,
y por la sombra,
y por lo que no conocemos
y apenas sospechamos,
y la carne que tienta
con sus frescos racimos,
y la tumba que aguarda

con sus funebres ramos,

¡ y no saber a donde vamos

ni de donde venimos… !
 .
§
.
Fortunato l’albero che è appena sensibile,
e di più la pietra dura, perché questa non sente,
poi non c’è dolore più grande
che il dolore di essere vivo,
né maggiore mortificazione
che la vita cosciente. Essere e non sapere niente,
ed essere senza direzione certa,
e il timore di avere fatto,
e un terrore di futuro…
e l’orrore sicuro di stare morto la mattina,
e soffrire per la vita,
e per l’ombra,
e per quello che noi conosciamo
e appena sospettiamo,
e la carne che tenta
con i suoi freschi grappoli,
e la tomba che guarda
con i suoi funebri rami, e non sapere dove andiamo,
né dove veniamo… !

RUBÉN DARIO

Published in: on ottobre 17, 2015 at 07:25  Comments (3)  

Tacito dissenso

Porta chiusa

Taccio.
Non acconsento.
Non perdo la bussola
della mia intima percezione.
Brilla universo emotivo…
a farmi da protezione.
Nessuna guarigione, nessuna cura
a stringermi in rotonditá distante.
Sudo onestamente
questa vivace esistenza
ormeggiando in fragile fortezza
di sicurezza costante
di quel che vivo in A M O R E.
Di quella porta che sognai
un giorno di aprire
ne ho buttato via la chiave
senza usarne la serratura.

Perchè l’orgoglio si addolcisce
col rumore di piccoli ascolti

Perchè l’ignoranza si sfama
con ventose discussioni

Perchè la sofferenza si placa
spalancando naturali perchè.

Glò

Published in: on ottobre 17, 2015 at 07:01  Comments (3)  

Memoria impagliata

Son quei ricordi

che portano in vita

fermi e spessi

persone

cose

emozioni e canti

spariti ma vivi.

Basta una bacca rossa  a terra

o un cesto di mele renette

una voce lontana

o un pianto di gatto

e l’impagliatura scompare

Rivedi volti e scenari

senti gogoglii nel petto

non più sperati

e brividi sudati

Prendi a braccetto

forme e sentimenti

e li sistemi di nuovo

dentro quel formicaio

che è dentro cuore e cervello

quell’alveare che vive e smania

e ti risenti come allora.

.

Tinti Baldini

Published in: on ottobre 17, 2015 at 06:54  Comments (8)