Buone nuove da Simone

Esistenza

E’ con grande soddisfazione che vogliamo annunciarvi la nascita di una nuova pubblicazione! L’amico Simone Magli ci comunica di aver dato alle stampe la sua ultima “creatura”, la raccolta di poesie e aforismi Esistenza di cui potete vedere la copertina. Se volete vedere…il resto (e conoscendo le sue qualità di poeta direi che ne vale la pena)  potete contattare direttamente l’autore al suo indirizzo mail simointrepido@yahoo.it .  Lascerei senz’altro alle parole di Simone il compito di presentare l’opera: a lui vanno i complimenti di tutti i poeti del Cantiere e l’augurio di ottenere il successo che  merita!

§

Scrivo per dare sfogo alla nevrosi che mi tormenta e alla fame di vita che mi accompagna. Racconto la vita da un cantuccio di solitudine, indaffarato a costruire un tempio d’amore. Sono dotato di un sonar, il quale mi permette di percepire la poesia dovunque mi trovi e a grandi profondità. Considero la nobile arte come una serie d’immagini che terminano con una verità, mentre i miei aforismi sono l’espressione di consapevolezze acquisite con l’esperienza. Il poeta che ho maggiormente interiorizzato è Ungaretti: di lui mi sono rimasti addosso il tormento, l’esistenzialismo, l’illuminazione e la brevità concisa, ma ogni poeta o poetessa che leggo mi lascia una ferita che porto volentieri lungo il mio cammino.

Esistenza

Questa è la silloge poetico/aforistica del viaggio del mio sguardo, sparato lungo i portici dell’anima. Nel tentativo di accedere all’amore

Simone Magli

Published in: on ottobre 28, 2015 at 20:20  Comments (6)  

Quanto sa di sale…

Quanto sa di caffè questa mattina

che non vuol venir fuori dalla nebbia

e si nasconde nel tronco del leccio.

 

Quanto sa di bagnato sto respiro

che sento entrare dai vetri imperlati

dalle gocce della notte che muore.

 

Quante parole abbandonate al vento

restano incise su foglie d’autunno

a marcire su viali grigi di smog.

 

Quante volte ho preso in mano la penna

per gustare il sapore dell’inchiostro

quando, amaro, rifiuta la pagina.
 

Lorenzo Poggi

Published in: on ottobre 28, 2015 at 07:31  Comments (4)  

Trionfo dell’amore

TRIUNFO DEL AMOR

Brilla la luna entre el viento de otoño,
en el cielo luciendo como un dolor largamente sufrido.
Pero no será, no, el poeta quien diga
los móviles ocultos, indescifrable signo
de un cielo líquido de ardiente fuego que anegara las almas,
si las almas supieran su destino en la tierra.

La luna como una mano,
reparte con la injusticia que la belleza usa,
sus dones sobre el mundo.
Miro unos rostros pálidos.
Miro rostros amados.
No seré yo quien bese ese dolor que en cada rostro asoma.
Sólo la luna puede cerrar, besando,
unos párpados dulces fatigados de vida.
Unos labios lucientes, labios de luna pálida,
labios hermanos para los tristes hombres,
son un signo de amor en la vida vacía,
son el cóncavo espacio donde el hombre respira
mientras vuela en la tierra ciegamente girando.

El signo del amor, a veces en los rostros queridos
es sólo la blancura brillante,
la rasgada blancura de unos dientes riendo.
Entonces sí que arriba palidece la luna,
los luceros se extinguen
y hay un eco lejano, resplandor en oriente,
vago clamor de soles por irrumpir pugnando.
¡Qué dicha alegre entonces cuando la risa fulge!
Cuando un cuerpo adorado;
erguido en su desnudo, brilla como la piedra,
como la dura piedra que los besos encienden.

Mirad la boca. Arriba relámpagos diurnos
cruzan un rostro bello, un cielo en que los ojos
no son sombra, pestañas, rumorosos engaños,
sino brisa de un aire que recorre mi cuerpo
como un eco de juncos espigados cantando
contra las aguas vivas, azuladas de besos.

El puro corazón adorado, la verdad de la vida,
la certeza presente de un amor irradiante,
su luz sobre los ríos, su desnudo mojado,
todo vive, pervive, sobrevive y asciende
como un ascua luciente de deseo en los cielos.

Es sólo ya el desnudo. Es la risa en los dientes.
Es la luz o su gema fulgurante: los labios.
Es el agua que besa unos pies adorados,
como un misterio oculto a la noche vencida.

¡Ah maravilla lúcida de estrechar en los brazos
un desnudo fragante, ceñido de los bosques!
¡Ah soledad del mundo bajo los pies girando,
ciegamente buscando su destino de besos!
Yo sé quien ama y vive, quien muere y gira y vuela.
Sé que lunas se extinguen, renacen, viven, lloran.
Sé que dos cuerpos aman, dos almas se confunden.

§

Brilla la luna tra il vento d’autunno,
nel cielo risplendendo come pena lungamente sofferta.
Ma non sarà il poeta a rivelare
le ragioni segrete, il segno indecifrabile
di un cielo liquido di ardente fuoco che annegherebbe le anime,
se sapessero il loro destino sulla terra.

La luna quasi mano
divide ingiustamente, come bellezza usa,
i suoi doni sul mondo.
Guardo pallidi volti.
Guardo fattezze amate.
Non sarò io a baciare il dolore che nei volti si mostra.
Solo la luna può chiudere, baciando,
quelle palpebre dolci che la vita ha stancate.
Quelle labbra lucenti, labbra di luna pallida,
labbra sorelle per i tristi uomini,
sono un segno d’amore nella vita deserta,
sono il concavo spazio dove l’uomo respira
e vola sulla terra ciecamente girando.
Il segno dell’amore nei volti amati a volte
è solo la bianchezza brillante,
la dischiusa bianchezza di quei denti che ridono.
Allora sì che in alto la luna si fa pallida,
si estinguono le stelle
e c’è un’eco remota, uno splendore a oriente,
vago suono di soli che anelano ad irrompere.
Quale gioia, che giubilo quando il riso rifulge!
Quando un corpo adorato,
eretto nel suo nudo, brilla come la pietra,
come la dura pietra infiammata dai baci.
Guarda la bocca.
In alto diurno un lampeggiare
attraversa un bel volto, un cielo dove gli occhi
non sono ombra, ciglia, inganni rumorosi,
ma la brezza di un’aria che percorre il mio corpo
come un’eco di giunchi che cantano levati
contro le acque vive, fatte azzurre dai baci.
Il puro cuore amato, la verità, la vita,
la certezza presente di un amore irraggiante,
la sua luce sui fiumi, il suo nudo stillante,
tutto vive, resiste, sopravvive ed ascende
come brace lucente di desiderio ai cieli.
Ormai è soltanto il nudo. Solo il riso nei denti.
La luce, la sua gemma folgorante: le labbra.
È l’acqua che piedi adorati bacia,
come occulto mistero bacia la notte vinta.
Ah meraviglia lucida di stringer nelle braccia
un odoroso nudo, circondato da boschi!
Ah mondo solitario che sotto i piedi gira,
ciecamente cercando la sua sorte di baci!
Io so chi ama e vive, chi muore e gira e vola.
So che lune si estinguono, nascono, vivon, piangono.
So che due corpi amano, due anime si fondono.

VICENTE ALEIXANDRE

Published in: on ottobre 28, 2015 at 07:15  Comments (1)  

Onda pellegrina

Un di’,
forse tra i giunchi
chi lo sa,
si sfiorarono le carni
e nacqui io.

Il sole e il vento
mi si chinarono addosso
e la luce diede arsura
a un minuscolo ramoscello di poesia.

Una mistica amalgama
di passione ed amore
e fui consacrata al sentiero della vita.

Un canto con poca musica
Una fronda senza radici
Una randagia,
una cometa vagabonda
con qualche manciata
di stelle sognanti nelle tasche consunte.

Una totale profusione d’amore.

…e tu, amore mio,
come una nave
vorresti attraccarmi al porto
ma non è consentito dal Cielo
legare un’onda pellegrina.

Lady Rose

Published in: on ottobre 28, 2015 at 07:06  Lascia un commento  

Mendicante d’amore

.
Ti ho incontrata
mendicante d’amore
affacciata alla finestra del tempo
che tu odiavi e amavi
ma che dimenticavi nelle anse
di quell’io travagliato
esposto a tutti i venti
compresi quelli sconosciuti.
Ti ho incontrata
mendicante d’amore
e volevo abbracciarti
tra sassi, dune e rifugi
dove la tua ombra vagava
senz’anima
il cuore gonfio di dolore
e di malinconia.
Musica lontana
lacerante, priva di note
cresciuta nel tuo corpo
come gramigna di sensazioni inutili
Strade dell’oblio, nel buio
di sentimenti che non puoi
più mendicare
Solo te stessa da donare
mendicante d”amore.
.
Gavino Puggioni
Published in: on ottobre 28, 2015 at 07:04  Lascia un commento  

Ali di fantasia

prendono le notti per volare.

Le parole di miele che percorro

sulla rotta tracciata da un pensiero

mi conducono

tra le stelle cadenti

dove sogni si possono avverare,

ma le onde dell’alba

che la sveglia declama

sciolgono le note del cuscino

nella bruma velata.

Ora che incombe il peso

delle ombre

per lacerare il velo

e scoprire tra sussurri di fronde

il vento dolce

che spinge verso nuove primavere

ho bisogno di toccare la tua mano.

.

Giuseppe Stracuzzi

Published in: on ottobre 28, 2015 at 06:42  Comments (2)