Una passeggiata

Lungo il greto del fiume

ho incontrato nostalgia

tra sassi levigati

rovistava ricordi

Alzò appena lo sguardo

donandomi un sorriso

ne ammirai estasiato

la dolcezza del viso.

Camminando nel prato

ho incontrato speranza

avanzava sicura

e guardava lontano

ma vedendomi incerto

mi indicava la via

alzando lentamente la sua mano

Entrando nel bosco

ho sentito malinconia

mi passeggiava accanto

silenziosa e tenace

l’ho pregata di lasciarmi

piangendo è andata via

In fondo al viale

ho intravisto signora morte

immobile mi aspettava

sembrava stanca

con la clessidra in mano

le ho chiesto di aspettarmi

che tanto l’avrei raggiunta

prima o poi

allora s’è voltata

e se n’è andata lontano.

 

Sandro Orlandi

Published in: on ottobre 2, 2015 at 07:41  Comments (6)  

Aquilone

Mi circonda la nebbia degli anni
mentre spengo un altro Natale
con le luci, le palle di vetro
e gli alberi finti come gli auguri.
Ma oggi ritorno quel bimbo felice
che cerca eccitato i suoi giochi
tra i regali che sotto il suo abete
gli ha portato un notturno mistero.
Sono qui, nel mio mondo incantato
che ti cerco tra i doni preziosi,
dolce premio alle mie fantasie:
dura il tempo di un sogno
la mia gioia di antico bambino,
forse sei quel trenino di legno
che trasporta lontano i miei giorni
colorandoli di mille avventure;
o magari l’amato orsacchiotto,
compagno al mio fianco che stringo
ed in tenere coltri vorrei stropicciare.
Chissà dove nascondi il congegno
che fu meraviglia per gli occhi ed il cuore,
se sei fata o regina guerriera
o sei la tessera di un rompicapo,
fascino arcano di ogni scoperta,
sfida allettante di un eterno perché.
No, non ti trovo tra questi balocchi,
luce e letizia al mio tempo bambino:
tu sei il bianco aquilone leggero,
carezza di un giorno, regalo del cielo
che le mie incredule fragili mani
tennero stretto un minuto soltanto.
Una corsa, uno slancio, una spinta,
e ancora un sobbalzo del cuore:
ho lanciato nel cielo un sorriso
e l’ho visto riprendere il volo.
L’ho seguito con l’ultimo sguardo,
ora è in alto, lo vedo impennarsi,
ne sento nell’aria il fruscìo:
l’ho affidato all’abbraccio del vento
e non può più tornare da me.

Fabio Sangiorgio

Published in: on ottobre 2, 2015 at 07:25  Comments (4)  

Poesia

Entri nella mia stanza

coi colori dolci

dipingi le pareti

arrivi al cuore,

quando la sera stanca

accende l’ora

m’infittisco di te.

Il mio pensiero

ha occhi per vederti,

mani per sentire

magia di tuoi sussurri

sulla pelle,

piovono su cuscino

i tuoi riflessi

quando spandi dolcezze,

sei campo di sentieri

dove posso correre,

sei terra da scavare

dove posso piantare

versi belli,

ti adoro.

 

Giuseppe Stracuzzi

Published in: on ottobre 2, 2015 at 07:21  Comments (6)  

Il disgelo

Le radici del tempo
legami reali
di ciò che di noi
è origine e vita.

L’albero che è cresciuto
con corteccia spessa
si è difeso dal freddo.

Il ghiaccio eterno
ricopre le pene
che reclamano gioia.

Dai rami fiori di luna
boccioli sbocceranno
mani s’innalzeranno
toccando l’infinito.

Maristella Angeli

Published in: on ottobre 2, 2015 at 07:19  Comments (8)  

Tango finlandese

FINNISCHER TANGO

Was gestern abend war ist unf ist nicht
Das kleine Boot das sich entfernt
und das kleine Boot das sich nähert
Das Haar das ganz nah war ist fremdes Haar
Das ist leicht gesagt Das ist immer so
Der graue See ist doch der graue See
Das frische Brot von gestern abend ist hart
Niemand tanzt Niemand flüstert Niemand weint
Der Rauch ist verschwunden und nicht verschwunden
Der graue See ist jetz blau Jemand ruft
Jemand lacht Jemand ist fort
Es ist ganz hell Es war halb dunkel
Das kleine Boot kehrt nicht immer zurück
Es ist dasselbe und nicht dasselbe
Niemand ist da Der Felsen ist Felsen
Der Felsen hört auf Felsen zu sein
Der Felsen wird wieder zum Felsen
Das ist immer so Es verschwindet
nichts und nichts bleibt Was da war
ist und ist nicht und ist Das
versteht niemand Was gestern abend war
Das ist leicht gesagt Wie hell
der Sommer hier ist und wie kurz

§

Ciò che ieri sera fu è e non è
La barchetta che si allontana
e la barchetta che si accosta
I capelli così vicini erano capelli stranieri
Questo è facile a dirsi E’ sempre così
Il lago grigio è proprio il lago grigio
Il pane fresco di ieri sera è indurito
Nessuno balla Nessuno bisbiglia Nessuno piange
Il fumo è dissolto e non dissolto
Il lago grigio adesso è azzurro Qualcuno chiama
Qualcuno ride Qualcuno se n’è andato
C’è molta luce Era mezzo buio
La barchetta non sempre ritorna
E’ la stessa cosa e non è la stessa
Qui non c’è nessuno La roccia è roccia
La roccia cessa di essere roccia
La roccia ridiventa roccia
E’ sempre così Nulla scompare
e nulla rimane Ciò che fu
è e non è ed è Questo
nessuno lo capisce Ciò che ieri sera
fu è facile a dirsi Com’è luminosa
qui l’estate e com’è breve.

HANS MAGNUS ENZENSBERGER

Published in: on ottobre 2, 2015 at 07:09  Comments (1)