Ruglio

RÓI

Quand iarsîra t’m’è détt
in zîl i é lóuna péina
sóbbit mé ai ho pensè
ad una lóuna ed lói;
ai êrn in tal dåppzanna
e al côr al m’é śbalzè
pò tótt in gran subói
mé cl’åura ai ho arvissó.

Dscurànden al pasè
ed stézza am véggn un rói
e a päns che se avän psó
muntèr fen só dal strèl
l’arturnarà cal lói
e pén al srà gudó
vîv insàmm ai fringuèl
ch’i fésstien däntr’al pèt!

§

Quando iersera hai detto
in ciel c’è luna piena
io subito ho pensato
a una luna di luglio;
si era nel dopo cena
il cuore m’è balzato
e tutto in gran subbuglio
quell’ora ho rivissuto.

Parlandone al passato
d’ira mi sale un ruglio
e oso: se abbiam potuto
salir fin sulle stelle
ritornerà quel luglio
e pien sarà goduto
vivo fra le fringuelle
che fischian dentro al petto!

Sandro Sermenghi

Published in: on ottobre 27, 2015 at 07:43  Lascia un commento  

Tracce di vita

Istantanea traccia è la vita
frammenti inconfondibili
di sentimenti, sogni…
Artigli di pantera
uno spacco profondo
che penetra nella pelle
sino alle ossa
…la luce è tenebra!

Sono io la traccia della mia vita?

L’universo
ha la grandezza del pensiero
non è più solo materia
la traccia
della mia anima nel cielo
Tra me e me
l’abisso,
è quello che sono e non so di essere
…consolazione repressa!

La mia vita, è forse traccia in me?

Sono grandi
gli occhi della mente
più lacrime da uccidere
nel giorno dei morti
ed infiammare sgocciolando
il mio cuore agghiacciato!

Anileda Xeka

Published in: on ottobre 27, 2015 at 07:37  Lascia un commento  

Punizione

PUNISHMENT

I can feel the tug
of the halter at the nape
of her neck, the wind
on her naked front.

It blows her nipples
to amber beads,
it shakes the frail rigging
of her ribs.

I can see her drowned
body in the bog,
the weighing stone,
the floating rods and boughs.

Under which at first
she was a barked sapling
that is dug up
oak-bone, brain-firkin:

her shaved head
like a stubble of black corn,
her blindfold a soiled bandage,
her noose a ring

to store
the memories of love.
Little adulteress,
before they punished you

you were flaxen-haired,
undernourished, and your
tar-black face was beautiful.
My poor scapegoat,

I almost love you
but would have cast, I know,
the stones of silence.
I am the artful voyeuur

of your brain’s exposed
and darkened combs,
your muscles’ webbing
and all your numbered bones:

I who have stood dumb
when your betraying sisters,
cauled in tar,
wept by the railings,

who would connive
in civilized outrage
yet understand the exact
and tribal, intimate revenge.

§

Sento la tensione
del capestro alla sua nuca,
il vento contro il petto
nudo.
Rende i suoi capezzoli
perle d’ambra,
scuote la fragile struttura
delle sue costole.

Vedo il suo corpo annegato
nella palude,
la pesante pietra,
i rametti e i fuscelli galleggianti,
sotto cui dapprima
era un arboscello scortecciato
estratto dalla melma –
ossa di quercia, cervello a barilotto,
la testa rasata
simile a stoppia di granturco,
gli occhi bendati da un lino lercio,
il cappio un anello
per cingere le memorie
dell’amore.

Piccola adultera,
prima che ti punissero
avevi capelli biondi come l’oro,
eri denutrita e la tua faccia
imbrattata di pece era bellissima.

Mia povera vittima,
quasi ti amo,
ma avrei scagliato, lo so,
la pietra del silenzio.
Io sono l’abile voyeur
delle onde scurite ed esposte
del tuo cervello, del tessuto
ritorto dei tuoi muscoli
e di tutte le tue ossa numerate,

io che ristetti ammutolito
quando le tue sorelle traditrici
imbrattate di pece
piansero presso il cancello,
io che sarei stato complice
dell’oltraggio civilizzato,
capisco tuttavia l’esatta, tribale
ed intima vendetta.

SÉAMUS HEANEY

Published in: on ottobre 27, 2015 at 07:00  Comments (2)  

Il mio cartello

Torno subito
fedele amante delle mie notti vagabonde
l’ho scritto ad encausto sugli ingressi del mio cuore
mi sorprende la tua fretta confusa nell’eterno
ma lo sai
mi esce un fiato
per girare l’universo che hai creato
e poi
infine
riprenderemo il passo degli immortali amanti.

Enrico Tartagni

Published in: on ottobre 27, 2015 at 06:56  Lascia un commento  

Minotauro

Cerco nel labirinto
scuro della mia mente.
Cerco nel mezzo
di contrapposti specchi.
Cerco una luce
che mille ed abbaglianti
sprazzi
spezza.
Cerco e non vedo.

Son abbagliato.

Nova da nana bianca,
e quantiche galassie
dove precipitando
si sciolgon le memorie.
Contorti sono in cerchio
lo spazio e il tempo
o in infinita retta
volan lo spazio e il tempo ?

Scelgo.

Teseo,
carnefice lucente,
ecco che appare.

Piero Colonna Romano

Published in: on ottobre 27, 2015 at 06:53  Lascia un commento