Clochard

La canzone che sento è sempre quella
la cantava un clochard nelle strade di Parigi
una melodia di organetto stonata
una voce roca, a volte silenziosa
dal tanto bere.

Con il suo carretto passeggiava
tendendo la mano
sperando nella generosità di qualche anima buona.

Continuo a sentire quella stessa canzone
il carillon avrà accompagnato le sue ultime ore.

Tendeva la mano
qualcuno la prese per fargli alzare lo sguardo
per fargli vedere che il cielo è azzurro
per tutti.

Maristella Angeli

Published in: on ottobre 26, 2015 at 07:47  Comments (10)  

Ignaro

Sembra sterile il seme

non vuole germogliare

e nel tempo scompare

Accade però! che

un raggio di sole umile s’inchina

e dall’ombra lo toglie e stella germoglia.

Non era il seme ad essere sterile

ma l’ombra nera che d’astio la cingeva.

 

Rosy Giglio

Published in: on ottobre 26, 2015 at 07:39  Comments (6)  

Sfogliando

Tu, che foglia ripudiata
t’aggrappi disperata al vento,
t’appoggi al suo gelido fiato,
per prolungare
il tuo ultimo volo,
ascolta,
la nuda terra ti chiama e tu,
vecchia pagina,
piccola coltre ideale,
ciberai il suo seme,
lo donerai al domani,
rubandoti all’oblio
di un infinito planare.

Flavio Zago

Published in: on ottobre 26, 2015 at 07:02  Comments (4)  

Nudità

Nudità.
(Disegno dell’autore)
 .
A quello dell’artista, puro sguardo,
aveva offerto del corpo e dell’anima
la sua nudità. Perché raccontasse
le dolorose anche e le dolenti sue pupille
nel vuoto dei sentimenti perse.
E mentre il disegno prendeva forma,
nel cuore nodi di dolore si scioglievano
e come in un involontario rito di purificazione
piano, lentamente, si sarebbe sentita
liberata e nuova…
 .
Carlo Baldi
Published in: on ottobre 26, 2015 at 05:56  Comments (9)  

Se mi chiamassi

Vieni

SI ME LLAMARAS, SÍ…

¡Si me llamaras, sí,
si me llamaras!

Lo dejaría todo,
todo lo tiraría:
los precios, los catálogos,
el azul del océano en los mapas,
los días y sus noches,
los telegramas viejos
y un amor.
Tú, que no eres mi amor,
¡si me llamaras!

Y aún espero tu voz:
telescopios abajo,
desde la estrella,
por espejos, por túneles,
por los años bisiestos
puede venir. No sé por dónde.
Desde el prodigio, siempre.
Porque si tú me llamas
-¡si me llamaras, sí, si me llamaras!-
será desde un milagro,
incógnito, sin verlo.

Nunca desde los labios que te beso,
nunca desde a voz que dice:
“No te vayas.”

§

Se tu mi chiamassi,
oh se tu mi chiamassi!
Io tutto lascerei,
tutto butterei via:
i cataloghi, i premi,
l’azzurro dell’oceano sulle carte,
tutti i giorni e le notti,
i vecchi telegrammi
e un amore.
Tu, che non sei l’amore,
se mi chiamassi!
E ancora attendo la tua voce:
dai telescopi,
o da una stella,
attraverso gli specchi, dai tunnel,
dagli anni bisestili
potrà venire. Ma non so da dove.
Perché se tu mi chiami
se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi!
sarà per un miracolo,
che non conosco e non potrò vedere.
E mai da queste labbra che ti bacio,
dalla voce che dice: «Non te ne andare».

PEDRO SALINAS Y SERRANO
Published in: on ottobre 26, 2015 at 05:22  Comments (5)