E’ stato bellissimo
il nostro incastro:
un cielo nitido
sopra un prato
color smeraldo.
Michela Turchi
E’ stato bellissimo
il nostro incastro:
un cielo nitido
sopra un prato
color smeraldo.
Michela Turchi
Ancor oggi come un tempo in un angolo di strada
caldarroste grida un omino dalle nere dita a rimestar
sopra un bracier fumoso le autunnal del riccio figlie
generose tanto dal ghiotton tutto bramoso darsi
dopo nel cuor colpite e tanto dal fuoco tormentate
sì quel gemito quel crepitio quel caro caldo profumo d’addio
Giuseppe Gianpaolo Casarini
C’è poco di dissimile tra me e quei ragazzini
che tirano le pietre per farle rimbalzare
dove la terra mostra il peccato, il nudo antico.
Sono capaci ancora di ridere per nulla
di correrci sporcandosi belli;
hanno le gambe per dio!
Le bocche acerbe, le cattiverie che si perdonano
e il futuro, davanti
come gli alberi e i sogni. Io li amo
col loro chiasso e il collo lavato
sono me, l’ulivo che tintinna nel vento
lo ossa molli, e il fiato del trattore che impregna.
Io li amo, nemmeno li saluto e conosco
ma è la vita, è l’erba più ostinata e caparbia;
l’acqua chiara
venuta dalla roccia con forza e prepotenza.
Li amo come gli anni già camminati interi
come quei fazzoletti di mamma per il pianto
la volta che ci nacque un bambino, od altre ancora
che portavamo a casa una sciabola di mare
dentro una Polaroid da due soldi. Sono noi.
Massimo Botturi
Chissà
come faranno,
le scie di alcune stelle,
a disegnare forme d’eterno!
Le vedo,
quando son felice,
e allora quello è il momento
in cui tutto mi affido al Cielo.
Aurelio Zucchi
LES CORBEAUX
Seigneur, quand froide est la prairie,
Quand dans les hameaux abattus,
Les longs angelus se sont tus…
Sur la nature défleurie
Faites s’abattre des grands cieux
Les chers corbeaux délicieux.
Armée étrange aux cris sévères,
Les vents froids attaquent vos nids !
Vous, le long des fleuves jaunis,
Sur les routes aux vieux calvaires,
Sur les fossés et sur les trous
Dispersez-vous, ralliez- vous !
Par milliers, sur les champs de France,
Où dorment des morts d’avant-hier,
Tournoyez, n’est-ce pas, l’hiver,
Pour que chaque passant repense !
Sois donc le crieur du devoir,
O notre funèbre oiseau noir !
Mais, saints du ciel, en haut du chêne,
Mât perdu dans le soir charmé,
Laissez les fauvettes de mai
Pour ceux qu’au fond du bois enchaîne,
Dans l’herbe d’où l’on ne peut fuir,
La défaite sans avenir.
§
Signore, quando i campi sono freddi,
Quando sui casolari diroccati,
Tacciono i rintocchi dell’angelus…
Sulla natura sfiorita
Fa’ che si avventino dai grandi cieli
I corvi cari e deliziosi.
Strana masnada di severi stridi,
Il vento freddo vi aggredisce i nidi!
Oh voi, lungo i fiumi ingialliti,
Voi, per le strade d’antiche vie crucis,
Sopra i fossati e sopra le buche
Disperdetevi, su, radunatevi!
A migliaia, sui coltivi di Francia,
Ove dormono i morti dell’altro ieri,
Su, d’inverno, turbinate,
Affinché ogni passante ripensi!
Che tu sia il banditore del dovere,
Oh nostro funereo uccello nero!
Però, santi del cielo, sulla quercia,
Alta a maestra nella sera incantata,
Lasciate le capinere di maggio
Per chi in fondo al bosco, sull’erba
Da cui nessuno sfugge, è incatenato
A una disfatta che non ha domani.
.
ARTHUR RIMBAUD
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | 2 | 3 | 4 | |||
5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 |
12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 |
19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 |
26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 |