Come

Come quella vecchia canzone rubata in un cortile estivo

caldo e vuoto

a rinnovare il tremito che mi insegue

Come ascoltare un ritornello già noto

intonato sul mio tema

Come essere per forza io ma senza averne la certezza

Come un pendolo tra il senso di colpa e il rimpianto

Come se poi servisse

come se cambiasse qualcosa

come se non avessi ancora capito.

 

Anna Zucchini

Published in: on ottobre 23, 2015 at 07:47  Comments (3)  

Foglia annegata nella pioggia

mano protesa verso granelli d’acqua
azzurre sfere invadono il cielo
precipitano dopo una lunga sete
tutto si lava e va oltre i contorni
non ci sono limiti
in una pioggia incessante…

Antonietta Ursitti

Published in: on ottobre 23, 2015 at 07:34  Comments (6)  

Ultimi fuochi

-Pim! Pum! pam! Ta ra tataaaa!

Ultimi fuochi ammalianti d’estate

scoppi graffianti

fontane di cielo

scie screpolate sibilanti

nella notte s’alternano

rossi e verdi raggianti

stelle filanti che

sferrano colpi

razzi

nel vento

occhi sognanti

tizzoni di luce su astri regnanti

brillano alla luna festante

poi in silenzio cadono

al suo valore gestante-

 

Aurelia Tieghi

Published in: on ottobre 23, 2015 at 07:34  Comments (6)  

Aspettando il disgelo

Aspettando il disgelo

resto rannicchiata

nell’oasi di pace.

Conoscono gli uomini

il cammino

negli occhi brilla la luce

e nel cuore arde

della fiamma la brace.

A volte si aprono

le porte del cielo

e scende pioggia d’amore,

ritorna Cristo Re

ancora più bello e splendente

di allora

(concedetemi l’eufemismo)

e resuscita nella mano

che si offre nuda all’amico

caduto in scomoda disgrazia,

nel sorriso di un bambino

strappato a morte sicura,

nello sguardo che ama ed accoglie

il fratello diverso, disabile, clandestino.

Fiorisce incredulo il firmamento

nel semplice gesto del momento

e le stelle stanche di guardare

non più vaghe

tornano fisse a danzare

nella candida stanza del cuore.

 

Roberta Bagnoli

Published in: on ottobre 23, 2015 at 07:27  Comments (1)  

Quasi un Prometeo

EINE ART PROMETHEUS

Ich trete vor Dich, Zeus,
weil ich Kraft habe dazu.
Du hast mich bevorzugt,
das zwingt mich zu Dir.
Weise genug,
Dich hinter allem zu vermuten,
suche ich nicht den mächtigen,
sondern den guten Gott.
Nun hör’ ich Deine Stimme aus der Wolke:
Du quälst Dich, Prometheus.

Qualen waren stets mein Los,
da ich zur Liebe geboren bin.
Oft hob ich fragend – bittend
den Blick zu Dir: vergebens!

So poche denn an Deine Tür
die Größe meines Hohnes.
Wenn ich nicht genüge,
laß ich Dir diesen Stolz.
Groß bist Du,
groß ist Dein Werk.
Aber nur groß im Anfang,
nicht vollendet.
Ein Fragment.

Vollende!
Dann rufe ich heil!
Heil dem Raum, dem Gesetz,
das ihn durchmißt.

Aber ich rufe nicht heil.
Nur der Mensch, welcher ringt,
hat mein Ja.
Und der Größte unter ihnen bin ich,
der mit der Gottheit ringt.

Um meiner und vieler Schmerzen willen
richt’ ich Dich,
daß Du nicht vollbrachtest.
Dein bestes Kind richtet Dich,
Dein kühnster Geist,
verwandt zu Dir
und abgewandt zugleich.

§

Eccomi davanti a te, Giove,
perché ne ho la forza.
Tu mi hai eletto e questo
mi obbliga a te. Sono
saggio abbastanza da pensarti
ovunque, e non cerco
il potente ma il dio buono.
Sento la tua voce dalle nubi:
tu ti tormenti, Prometeo.

Da sempre il tormento è il mio destino
perché sono nato per amare.
Spesso chiedendo e pregando
ho guardato a te: ma invano!

Batta dunque alla tua porta
La grandezza del mio scherno!
E se non basto io,
ti lascio con la tua superbia.
Tu sei grande, è grande
la tua opera. Ma
solo grande all’inizio,
incompiuta.
Un frammento.

Còmpila!
Allora griderò l’evviva!
Viva lo spazio, la legge
che lo attraversa e misura.
Ma non griderò l’evviva.
Approverò soltanto
l’uomo che lotta.
E il più grande sono io
che lotto con la divinità.

Per i dolori di molti e per i miei
io ti giudico,
per ciò che non hai fatto.
Ti giudica il tuo figlio migliore,
il tuo spirito più audace,
a te affine eppure
tanto da te diverso.

ERNST PAUL KLEE

Published in: on ottobre 23, 2015 at 06:55  Comments (2)