Italia d’oro

Racconteranno che adesso è più facile
che la giustizia si rafforzerà
che la ragione è servire il più forte
e un calcio in culo all’umanità
Ditemi ora se tutto è mutevole
se il criminale fu chi assassinò
poi l’interesse così prepotente che conta solo chi più sterminò
Romba il potere che detta le regole
cade la voce della libertà
mentre sui conti dei lupi economici
non resta il sangue di chi pagherà
Italia d’oro frutto del lavoro cinta dall’alloro
trovati una scusa tu se lo puoi
Italia nera sotto la bandiera vecchia vivandiera te ne sbatti di noi
mangiati quel che vuoi fin quando lo potrai
tanto non paghi mai
Tutto si perde in un suono di missili
mentre altri spari risuonano già
sopra alle strade viaggiate dai deboli
la nostra guerra non si spegnerà
E torneranno a parlarci di lacrime dei risultati della povertà
delle tangenti e dei boss tutti liberi
di un’altra bomba scoppiata in città
Spero soltanto di stare tra gli uomini
che l’ignoranza non la spunterà
che smetteremo di essere complici
che cambieremo chi deciderà
Italia d’oro frutto del lavoro cinta dall’alloro
trovati una scusa tu se lo puoi
Italia nera sotto la bandiera vecchia vivandiera te ne sbatti di noi
mangiati quel che vuoi fin quando lo potrai
tanto non paghi mai
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta
dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa

PIERANGELO BERTOLI

Published in: on ottobre 15, 2015 at 07:24  Comments (2)  

Sijo X

SijoX3

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Da remoto scoglio lassù aggrappata al cielo

guardo il mar fra le cui braccia potrei lenir dolore,

ma non lo farò, affogherò quest’amore morente.

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Alberto Baroni

Published in: on ottobre 15, 2015 at 07:14  Comments (6)  

L’ultima illusione

Ovunque io vada
porto con me questo mio volto scavato
dal dolore dell’ingiustizia e da quello della solitudine,
per avere il volto di madre.
Nei miei occhi i fantasmi
della prigione di un deserto
e quelli della neve
che, copiosamente, cade
e rende felpata anche l’ironia.
Forse, tra non molto, morirò anch’io,
uccisa da quel dolore
lanciato contro il vento
e che il vento mi riporta.
Lasciatemi l’illusione di un cielo ritrovato,
l’ascolto di ore più lievi.

Maria Rosaria Rozera

Published in: on ottobre 15, 2015 at 07:03  Lascia un commento  

Memorie meneghine

(Milano 1965)

Ricordo ancora la vecchia Milano
dove per studio andai e per mestiere.
Là in via Stadera fu con gran piacere
d’infanzia amico ritrovar lontano.

Andavo per Navigli a passeggiare,
da S. Lorenzo alle colonne in poi,
dov’eran zoppicanti ballatoi
ma in chiare acque si potea pescare.

Porta Venezia, al tempo Porta Cicca,
col suo bell’arco allor m’affascinava.
Talvolta fitta nebbia cancellava
il bello da città che n’era ricca.

La sera a cena solito ero andare
in bettola chiamata da Cavalli.
Il menù fisso, giuro, era da sballi:
brasato che il barol vedea passare.

Ma c’era un’atmosfera seducente,
trovavi sigarette a contrabbando,
c’era un barbone brillo che cantando
“Lugano addio” turbava la gente.

Ripenso, con colleghi, che una sera
di vivere volemmo un’avventura
e ci recammo in luogo da censura:
Etoile di quel locale il nome era.

Brillanti specchi con luci soffuse,
grazioso il barman, bancone elegante,
coppie appartate in cantoni con ante
…ma solo omosex riempivan le bluse.

D’Ambroeus nella città son ritornato,
ancora e ancora per mia professione,
ma sempre ne provai una delusione:
quelle emozioni non ho più provato.

Diverso è il tempo e, certo, pur l’età,
forse cerchiamo quel che più non dà.

Piero Colonna Romano

Published in: on ottobre 15, 2015 at 06:59  Comments (6)  

Sampan

Foglia di loto
poi un trattore
ment(r)e un sampan
bighellona al sole
cielo senza/o di poche parole
con bianco tarpan
su monti di carbone,
clickati in una foto.

Sandro Sermenghi

Published in: on ottobre 15, 2015 at 06:54  Lascia un commento